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Buco da 5 milioni per CTT nord e gara regionale in alto mare. Trasporto pubblico in affanno

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Gara regionale in alto mare, buco di bilancio sui 5 milioni di euro per CTT nord, parco mezzi semi distrutto e incertezza dovuta ad un servizio che va avanti a suon di imposizioni. Non si prospetta un bel futuro per il trasporto pubblico locale, bloccato ormai da 4 anni, da quando cioè la Regione ha deciso di affidare il servizio ad un unico gestore regionale. Allora si chiese così ai comuni di definire i propri bisogni, in modo da andare ad una gara unica che comprendesse tutte le esigenze delle province.

Nel frattempo quella gara si è arenata e ora si è in attesa dell’apertura di una nuova procedura, ristretta questa volta, che dovrebbe portare all’individuazione del nuovo soggetto gestore. Ieri la commissione consiliare controllo e garanzia ha affrontato la questione, strettamente collegata al futuro di CTT nord, il cui bilancio è in perdita e che si presenterà alla gara con una situazione tutt’altro che competitiva.

L’assessore alla mobilità David Gay si è limitato a riportare in commissione alcune dichiarazioni dell’assessore regionale Vincenzo Ceccarelli, che ha parlato di “imminente invio degli inviti alla gara, che consentirebbe l’apertura delle buste a settembre e a gennaio 2015 l’aggiudicazione del servizio al nuovo gestore.” Anche Gay conferma che sarebbero 8 i soggetti che hanno presentato delle manifestazioni di interesse, tra cui la stessa CTT nord all’interno del consorzio Mobit, sigla che riunisce tutte le società partecipate del territorio.

Quanto ai tempi, lo stesso Gay critica questo ritardo, “ormai insostenibile”, afferma. “Siamo al limite di questa vicenda – dice alla commissione – ulteriori ritardi ci metterebbero in difficoltà sia per quanto riguarda il servizio che per la situazione del gestore, che già ora opera in regime di proroga. La Regione – aggiunge Gay – ha deliberato la definitiva ricognizione degli assetti, le tariffe, il perimetro del servizio, nelle due fasi di riassetto del sistema dei trasporti. In questa delibera è confermato l’impegno aggiuntivo messo a disposizione dai Comuni, e l’esclusione dei servizi deboli dalla gara”.

Quanto all’acquisto di nuovi mezzi, “la gara prevede che da qui a 9 anni il parco mezzi sia rinnovato del 50%, ma intanto l’azienda (CTT nord, ndr) non può procedere a nuovi investimenti perché agisce tramite obblighi di servizio che vanno di tre mesi in tre mesi”. Per questo si rivolge alla regione ad accelerare i tempi: “Ulteriori ritardi non si possono più tollerare”.

Intanto anche sul fronte sindacale la trattativa è bloccata. Sul piatto c’è ancora la discussione – aperta da mesi ormai – sul contratto integrativo. Da inizio anno CTT ha imposto unilateralmente una nuova formulazione, “un buon contratto”, secondo l’assessore al patrimonio Andrea Serfogli, un passo indietro di anni secondo i sindacati, che dovrebbe determinare risparmi significativi nel bilancio. Bilancio che non è ancora stato approvato, spiega Serfogli che ha partecipato all’assemblea dei soci. “La perdita di esercizio dovrebbe attestarsi sui 5 milioni di euro, un risultato che dovrebbe migliorare con l’applicazione del contratto”.

Preoccupazione unanime fra le forze politiche: Armando Paolicchi di SEL si domanda “se saremo in grado di competere con le aziende straniere alla gara regionale”, e se “non saranno i lavoratori e gli utenti, ancora una volta, a pagare il prezzo di ritardi e pianificazioni azzardate”. Valeria Antoni del Movimento 5 Stelle punta anch’essa il dito “sulle procedure elefantiache per la gara”, e chiede chiarimenti sul buco di bilancio di CTT nord, “visto che la società pisana prima della fusione era sana e faceva utili”. Anche Diego Petrucci, di Noi Adesso Pis@ e presidente della commissione, punta il dito contro i ritardi e auspica “ogni azione possibile da parte del Comune di Pisa e di Ctt nord nei confronti della Regione”.

Che il buco di bilancio sia infine un elemento non direttamente riconducibile a inefficienze degli attuali vertici di CTT nord lo afferma infine Serfogli: “I costi del core business di CTT, ovvero il trasporto pubblico, non sono coperti dai ricavi. Prima della fusione CPT aveva altri ricavi accessori – il parcheggio di via Cammeo e l’affitto del Pirellino – che consentivano di ripianare le perdite del trasporto pubblico. Con la fusione delle società questi ricavi passano al Comune, ma per la società si svela quello che già si sapeva, cioè che il solo trasporto non porta sufficienti ricavi”.

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Pubblicato il: 7 giugno 2014

Argomenti: Economia-Lavoro, Mobilità, Pisa, Politica

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