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AnnuncioMondiali La sagra degli adepti

Antonello-De-Rosa-flickr

Ebbene sì. Cambiamo veste, prendiamo una pausa, apriamo delle parentesi.
Insomma, parliamo d’altro. E cosa sta monopolizzando l’attenzione del momento oltre a Ruffini che chiama “bella topa” la Loren per poi essere batocchiato da Virzì che chiama Mastandrea che vede Bellocchio che morse il gatto che al mercato mio padre comprò?

I Mondiali, signori, i MONDIALI (e scusate se il maiuscolo è poco).
Che quest’anno un sapore particolare: quello della banana.
Dalla risposta ironica di Dani Alves al gesto francamente cretino, prima che razzista, di un tifoso, l’unico frutto dell’amor è diventato il segno in nome del quale dovrebbe essere vissuto lo sport in quanto tale, a prescindere dai mondiali di calcio: fair play, dignità, egualitarismo, gioia, sorriso, sole, cuore e amore.

…ma per piacere! Vogliamo dirlo tutti insieme? M A P P E R P I A C E R E !
Da che mondo è mondo, anzi, da che Italia è Italia, i mondiali sono piuttosto la patria della rissa nata per uno starnuto, delle invettive comprendenti avi fino alla settima generazione precedente, di ascelle sudate e bestemmie pavarottiane. E mai nessun italiano si sognerebbe di non insultare un giocatore soltanto perché bianco, nero, giallo o a righe. Quelle due ore in cui le vie delle città sono deserte, ma se entri nel primo baretto dietro l’angolo ti senti arrivato a Narnia (solo che al posto della Regina delle Nevi c’è l’intera corte dell’Imperatore dei Rutti), l’Italia si prende una nottata di ferie da tutto. Dal pregiudizio, dalla par condicio, dalla forma, dal buoncostume.  E quindi daje giù di brindisi, maledizioni e anatemi. Una sorta di Festa dei Folli grottesca e sublime che di colpo svanisce, mantiene vivi degli strascichi per tutta l’ora successiva al triplice fischio e via, ognuno a casa propria, alcuni con la sedia del  bar, ciao bello, saluta tutti, oh ciao anche a te, scusa se ho detto che ho visto tua madre al bordo della tangenziale, ma no figurati, anche io sono convinto che non fosse tua sorella quella a letto con me ieri sera, dai alla prossima offro io, ok buonanotte, ‘notte.

E il bello di tutto ciò è che è unisex, unirazziale, unireligioso. Uomini, donne e gay con canottiere chiazzate di sugo, cingalesi, senegalesi e italiani che si asciugano la birra dal labbro con il braccio, cattolici, laici e il premio Nobel del moccolo farcito che saltano in piedi e battono i pugni sul bancone. Tutti insieme. E tutti approfittano delle peculiarità altrui per ricamare offese con un precisione nell’ordito che farebbe invidia a Penelope. Quando arriva il FII-FII-FII, tutti rinsaviscono, gli occhi rovesciati tornano nella loro posizione originale e ci si sventola con i sottobicchieri. Si ricomincia a darsi del Lei e qualcuno azzarda pure una digressione sulle origini nordafricane di Gesù.
Il fumo si dirada – no, perché qualcuno davvero crede che si dia retta alla legge Sirchia durante i Mondiali? Ahahahahah buona questa, prestatela a Ruffini! – dicevo, pardon, il fumo si dirada e la folla si allontana. Il barista, unica vera vittima della serata, si inchina a riempire d’acqua il secchio dello spazzolone ed esce di lì intorno al tramonto, mentre in lontananza si palesano le ombre dei primi avventori.
Perché la Legge dei Mondiali prevede che le partite si guardino tutte. Tutte. Pure Poggibonsi-Massa Macinaia. E prevede altresì che i detrattori dei Mondiali, uniche creature a cui gli italiani sono disposti a togliere il diritto di voto, vengano dotati di una sola mansione: i viveri. Che si limitano a beni di primaria necessità come birra, pane e mortazza. Compito comunque assai gravoso, dal momento che i Mondiali hanno un solo effetto collaterale sui tifosi, ovvero l’infinita dilatazione gastrica. Fuscelli di trenta chili che di giorno si alimentano di gallette di riso e ossigeno, durante le partite divorano tonnellate di carboidrati, e quando finiscono i viveri passano alle unghie. Dei vicini.

È la festa della leggerezza, la sagra degli adepti di quella cosa tonda dietro cui corrono i famosi “ventidue coglioni” che in quel momento ci sembrano le uniche persone degne di visibilità, ne divoriamo biografie, inediti, storie di famiglia, carrambate e retroscena. Certo, sotto l’occhio severo di tutti coloro che si rendono conto, razionalmente, che la vita non è il Mondiale in Brasile, che domani tocca comunque alzarci e razionare le spese, cerchiare in rosso le offerte sul giornale dell’Esselunga e rinunciare a quel vestito perché sennò non riesci a pagare il gas.
Lo sappiamo. E sicuramente a settembre saremo i primi ad alzare la voce perché è iniquo, vergognoso e offensivo che ventidue coglioni di cui non ci frega proprio niente prendano in un mese quello che noi, con ogni probabilità, tutto insieme non vedremo mai.

Ma è la Festa dei Folli, e una volta ogni quattro anni possiamo – e forse dobbiamo – permetterci di cedere le armi dei bollettini, dei settettrenta, delle ricevute e delle scadenze condominiali per munirci di sgabello rigorosamente di ebano, sciarpetta azzurro stinto e barbe posticce colorate di verde-bianco-rosso.

Tutti a sedere, ci siete?
FIIIIIIIIII!!
E spaccategli un paio di femori, per Dio!

Alessia R. Terrusi

 

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Scritto da:

Pubblicato il: 15 giugno 2014

Argomenti: AnnuncioMondiali, Quaderni

Visto da: 1019 persone

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2 risposte a: AnnuncioMondiali La sagra degli adepti

  1. avatar Napocesco scrive:

    Non amo affermare cose “politicamente corrette” per compiacere. Penso che l’unica “cosa comune” oggi sia il calcio, infatti solo esso ci accomuna. Non mi piace questo clima festante verso il calcio come sport, spesso agli onori della cronaca in negativo, non solo per fatti accaduti negli stadi, ma per tutti gli scandali che sono accaduti. Per i bambini, adolescenti e giovani, non c’è solo il calcio come attività sportiva ma, ahimè in televisione c’è sempre spazio per questo sport, mentre rimangono ai margini altri sport, forse perchè i giornalisti sportivi “sanno” commentare solo questo sport. Ci sono altri esempi di sport e di atleti che possono andare a braccetto con iniziative “solidaristiche” ma, anche qui solo e spesso calcio viene alimentato. Ora si stanno svolgendo i mondiali di calcio, e non si parlerà di altro, quindi che cosa percepirà un bambino, un adolescente, un giovane, che vuole intraprendere uno sport? 

  2. avatar Roberto scrive:

    Brava Alessia!!

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