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Cantieri di Pisa, Cgil e lavoratori chiedono la rimozione di Galantini dall’incarico

cantieri

Chiedono la convocazione di un altro tavolo istituzionale, l’ennesimo, perché ogni tentativo va percorso per i lavoratori dei Cantieri di Pisa, in assemblea permanente da quasi quattro anni. La loro è la vertenza aperta più lunga della Toscana, giorno e notte a presidiare il cantiere, con turni faticosi perché i capannoni semi vuoti sono sempre lì a ricordare un lavoro che c’era e ora non c’è più, un lavoro che potrebbe ripartire se solo ci fosse questa volontà, a una manciata di chilometri da qui, tra Spezia e Sarzana.

Insieme all’amarezza, il sentimento più diffuso, c’è la determinazione a non mollare, a non lasciare che il liquidatore del gruppo Baglietto, il commercialista sarzanese Federico Galantini, continui a fuggire da ogni confronto mentre manovra all’oscuro un gioco finanziario da quale solo lui, ormai, ha tutto da guadagnare. Una posizione messa nero su bianco in un documento dell’assemblea dei lavoratori, presentato sabato insieme alla Cgil di Pisa.

Ad essere sotto accusa anche i due commissari, finora condiscendenti ai comportamenti del liquidatore.

Le parole espresse dal segretario provinciale della Cgil di Pisa Gianfranco Francese e dalle Rsu aziendali sono pesanti. Mai come oggi sono stati usati termini come “vergognosa denigrazione”, “oscuri e sciagurati propositi”, accuse dirette a Galantini che ha continuato a non presentarsi ai tavoli istituzionali per poi cercare contatti – al di fuori di ogni procedura pubblica – con alcuni lavoratori dei cantieri stessi. Una strategia, quella del dividi et impera, che non ha attecchito fra i 39 dipendenti dei Cantieri, che sabato 7 novembre si sono riuniti in assemblea e hanno approvato all’unanimità un documento durissimo che apre una nuova fase di lotta.

Sono tanti i passaggi di questi mesi contestati dalla Cgil, a partire dalla presunta trattativa con il gruppo franco-cinese Union Strong Marine. “I cinesi non ci sarebbero più”, così avrebbe detto Galantini ad un incontro riservato nel suo studio a Sarzana con alcuni lavoratori pisani, ai quali avrebbe fornito rassicurazioni sul loro futuro a patto che allentassero la presa. Un incontro al quale avrebbero partecipato anche i commissari Rosanna Ghirri e Luca Sodini, delegati dal tribunale di La Spezia a verificare l’andamento della procedura: “Un comportamento gravissimo – chiosa Francese – due commissari che incontrano le parti al di fuori delle sedi istituzionali”. E ancor più grave perché tenutosi proprio nello stesso giorno, il 24 ottobre, in cui Galantini avrebbe dovuto essere invece a Pisa in Prefettura, dove lo aspettavano invano Comune, Provincia, Direzione del lavoro e sindacati.

Galantini non si è presentato in Prefettura ma in quel giorno incontrava i lavoratori in privato

E poi la scadenza del preliminare di acquisto della stessa Union Strong, prorogata al 31 ottobre perché i prestigiosi marchi dei Cantieri erano pignorati e si attendeva lo sblocco. Il 2 novembre Galantini li ha sbloccati con il pagamento a Balducci di oltre 6 milioni di euro,”un tempismo che solleva più di un sospetto, visto che il 31 era un venerdì, e con due giorni festivi nel mezzo pare difficile un così rapido disbrigo delle pratiche”.

Ad essere sotto accusa, si legge nel documento dell’assemblea, non è solo Galantini – “il livello di scorrettezza del liquidatore è tale che il tribunale potrebbe rimuoverlo dall’incarico”, dice Francese – ma anche i due commissari, “finora completamente condiscendenti ai comportamenti del liquidatore”.

Oltre alla vendita dei Cantieri, in questo momento l’urgenza è la cassa integrazione straordinaria. I lavoratori non percepiscono alcun reddito da gennaio di quest’anno e rimarranno così: senza l’attuazione del piano che Galantini avrebbe dovuto fare non arriveranno gli ammortizzatori sociali. E ci si domanda quanto potrà continuare tutto questo tira e molla in cui “qualcuno fa finta di comprare e qualcun altro fa finta di vendere”, in una vicenda in cui a Pisa, ormai, si vede solo la “coda”, le conseguenze di decisioni prese altrove e nell’interesse di altri territori.

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Pubblicato il: 10 novembre 2014

Argomenti: Economia-Lavoro, Pisa, Politica

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