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Stallette, buco da 500mila euro. Il Comune lo copre per sbloccare il cantiere

stallette

Si attende una relazione dai tecnici per capire come si sia creata la voragine su questo Piuss. Le minoranze lasciano l’aula al momento del voto per rifinanziare il progetto. E tre consiglieri di opposizione chiedono una commissione d’indagine

490 mila euro, quasi mezzo milione. È questa la cifra che manca all’appello per completare il Piuss delle ex Stallette, un progetto partito in ritardo e bloccato per le difficoltà economiche della ditta che vinse l’appalto, la Rota Costruzioni. Ieri in consiglio comunale è stata portata la variazione al piano delle opere pubbliche, dove si prevede appunto un rifinanziamento del progetto per questo importo, ma è stato un passaggio difficile e per niente indolore.

Cosa sia successo e da dove venga questo buco lo ha spiegato, in parte, l’assessore ai lavori pubblici Andrea Serfogli. In parte, perché cosa ci sia in questi 490mila euro ancora non è chiaro, neanche agli stessi uffici comunali.

Serve una puntuale verifica. Se ci saranno responsabilità saranno gli organi interni ed esterni all’amministrazione a procedere

In pratica, ha detto Serfogli in consiglio, dopo aver preso atto del rischio fallimento della ditta aggiudicataria, gli uffici hanno proceduto ad assegnare l’appalto alla seconda arrivata in gara.
“Ditta che aveva fatto un’offerta economica diversa – dice – e tra riallestimento del cantiere e oneri è emerso un importo, 490mila euro appunto, che va urgentemente rifinanziato, pena il blocco del cantiere e la restituzione del cofinanziamento regionale”. “Ho chiesto al responsabile unico del procedimento (l’ing. Michele Aiello, ndr), di fornirmi una relazione che ad oggi non è arrivata“, dice Serfogli, “ma quando arriverà occorrerà fare una puntuale verifica delle maggiori spese, e se ci dovranno essere responsabilità di carattere amministrativo e contabile, saranno gli organi interni ed esterni all’amministrazione a procedere di conseguenza”.

L’ipotesi, avanzata sia da Serfogli in commissione ma anche dal consigliere Raffaele Latrofa (NCD) durante il suo intervento, è che il Comune abbia pagato preventivamente alla ditta dei lavori non eseguiti. Nel frattempo ci sono stati dei cambiamenti fra alcune figure tecniche, andate in pensione, poi la ditta è andata in concordato e si è aperta così la voragine: “Purtroppo il responsabile del procedimento non si è presentato in commissione – ha detto Latrofa – ma sappiamo da quanto è emerso che sarebbero stati contabilizzati dei lavori in partita provvisoria, ovvero pagati ma non ancora realizzati. In aggiunta a questo, la seconda ditta avrebbe riscontrato nel progetto degli errori riguardanti le quantità dei lavori e avrebbe denunciato il fatto giustificando così la richiesta di più soldi. Ci chiediamo: il responsabile del procedimento non avrebbe dovuto constatare questi errori, invece di validare il progetto?”

Di fronte a questa incertezza in consiglio si è scatenato il putiferio: il consigliere Latrofa (NCD) ha chiesto un rinvio della delibera per poter vedere la relazione di Aiello e quindi consentire ai consiglieri di votare con più consapevolezza. Ma la sua mozione è stata respinta e molti consiglieri dell’opposizione non l’hanno presa bene, al punto che è stata messo in dubbio la validità del numero legale, e al momento del voto effettivo sulla delibera, il Nuovo Centro Destra, Una città in Comune, il Movimento 5 Stelle e Forza Italia/PdL hanno lasciato l’aula, non partecipando al voto.

Il tutto nonostante l’appello di Serfogli e dello stesso sindaco Marco Filippeschi, che ha dichiarato: “Da parte della giunta c’è una richiesta di chiarezza rispetto a quanto accaduto, ma i lavori devono ripartire e i tempi sono stretti. Anche in vista dei progetti con l’Università e dell’impegno della Regione sulla Cittadella Galileiana, questa variazione si rende necessaria e indifferibile”.

La spaccatura però ormai è avvenuta, e anche se la delibera è passata con i voti della maggioranza – tranne quello del consigliere Armando Paolicchi (SEL) – la vicenda non è chiusa. Non lo è per la giunta, che attende di vedere la relazione di Aiello, ma non lo è neanche per il consiglio. Tre consiglieri infatti – Valeria Antoni (M5S), Raffaele Latrofa e Gino Logli (Forza Italia/PdL) – hanno avviato le procedure per chiedere al consiglio di istituire una commissione di indagine sull’accaduto.

“La cifra è ingente e gli elementi di non chiarezza molteplici”, ha commentato Antoni. “Se a questo aggiungiamo il fatto che sui Piuss mancano del tutto i piani economici e che questa città è la seconda in Toscana quanto a prelievo fiscale, non ci è sembrato opportuno votare la delibera”.

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Pubblicato il: 8 ottobre 2014

Argomenti: Cronaca, Pisa, Politica

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