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Il marketing non convenzionale e il detersivo a scuola, senza passare dal Consiglio d’istituto

dixan

Complici un’agenzia di comunicazione e un’associazione, in alcune scuole elementari pisane arriva un’iniziativa targata Dixan. Genitori in rivolta: “altro che beneficienza, questo è marketing”


Il marketing non guarda in faccia a nessuno, nemmeno ai bambini. L’agenzia di comunicazione La Fabbrica ha coinvolto l’associazione Amici dei bambini per portare nelle scuole primarie pisane Mettiti nei miei panni, presentata come iniziativa di beneficienza mirata a raccogliere abiti usati. A promuoverla la Henkel, società legata al celebre marchio Dixan. Non tutti i genitori però l’hanno presa bene, come racconta il Corriere Fiorentino:

 «Usati, lavati, donati», dice il sottotitolo: nel kit dato ai bimbi c’era un campione di detersivo, insieme a un libro in cui il «Professor Dix» spiegava l’importanza del riuso dei vestiti e del lavarli con il detersivo giusto. L’iniziativa ha coinvolto le scuole Parmini, Gereschi e Biagi. Alcuni genitori, visto il materiale, hanno chiesto spiegazioni. Fra loro Angela Feo, che ha scritto alla rappresentante di classe: «Il logo del Dixan compare in bella evidenza su buste, volantini, libri, persino sui raccoglitori dei vestiti nell’atrio della scuola. Addirittura è stato distribuito un campione del prodotto, come al supermercato». E se lo scopo dell’iniziativa, dice Feo, «è senz’altro meritorio», il messaggio indirizzato ai bambini «può essere fuorviante». Maurizio Dario, dirigente scolastico delle Parmini e Gereschi, dice che «il progetto ha avuto il consenso dei genitori durante il consiglio interclasse». I genitori negano che si sia parlato di Dixan. Lo conferma anche Dario: «Non era così esplicito quello che si andava a proporre. I progetti sono tanti, succede di non poter controllare tutto». Il raccoglitore alle Parmini è stato tolto, ma l’impressione che qualcosa non abbia funzionato resta. E che non vi sia solo la solidarietà dietro a questa iniziativa lo conferma il fatto che il progetto, ideato dall’agenzia di comunicazione «La Fabbrica», ha vinto un premio Mediastar, dedicato proprio a pubblicità e marketing non convenzionale.

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Pubblicato il: 18 aprile 2015

Argomenti: Pisa, Scuola-Università

Visto da: 1750 persone

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2 risposte a: Il marketing non convenzionale e il detersivo a scuola, senza passare dal Consiglio d’istituto

  1. avatar Pietro Finelli scrive:

    Al di là dell’ovvio ritorno da parte della Henkel, l’iniziativa però è buona e meriterebbe di essere diffusa e riprodotta con i dovuti accorgimenti:
    Un accordo tra Scuole, geofor e associazioni di volontariato (visto che già ci sono in città dei contenitori per la raccolta di abiti usati) potrebbe essere una buona idea.

  2. avatar Silvia scrive:

    care e cari, questo tipo di promozioni commerciali di un marchio nascoste dietro iniziative di tipo benefico non sono purtroppo nuove nelle nostre scuole. Nel 2012 ci provò la Conad nelle scuole di San Giuliano Terme, con una raccolta a punti per donare attrezzature per la scuola. I bambini e le loro famiglie venivano invitate a completare una raccolta punti facendo la spesa alla Conad. Le cartoline della raccolta venivano raccolte a scuola, e la scuola poteva così ritirare i “premio” consistente in materiale di consumo per la scuola. Tutto questo con l’approvazione della Dirigente Scolastica, che, a mio avviso, non aveva capito il “vulnus” che si creava accettando di promuovere l’iniziativa nelle scuole. Non solo si consentiva a Conad di farsi pubblicità a basso costo: la scuola primaria è obbligatoria e gratuita, recita la nostra costituzione. Non dobbiamo elemosinare i punti Conad, non dobbiamo far entrare il finanziamento dei privati a supplire quello mancante dello stato: dobbiamo chiedere una scuola pubblica gratuita per tutti e libera dai condizionamenti della pubblicità. Scrissi una lettera alla Dirigente Scolastica ma ovviamente non ebbi nessuna risposta.

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