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Parco sotto inchiesta. Sette indagati dalla Guardia di Finanza

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L’inchiesta riguarda la precedente gestione amministrativa. Le ipotesi di reato sono truffa, peculato, abuso d’ufficio e falso ideologico.

Ciclone giudiziario all’Ente Parco di San Rossore. Un’inchiesta iniziata già da tempo, che per ora vede sette indagati e accuse che vanno dalla truffa, peculato, abuso d’ufficio e falso ideologico, è portata avanti dalla Guardia di Finanza di Pisa, tramite il colonnello Giuseppe Dell’Anna del nucleo di polizia tributaria. L’inchiesta, cominciata a fine 2013, riguarda presunte irregolarità, notate dal collegio dei revisori dei conti e segnalate agli attuali vertici del Parco. Non episodi particolari, ma, come spiega l’attuale direttore del Parco Andrea Gennai, “una pluralità di segnalazioni che fanno prefigurare un utilizzo improprio della cassa dell’Ente, come l’erogazione di prestiti o il pagamento anticipato di lavori non ancora conclusi, oltre a una cattiva gestione amministrativa complessiva”.

L'ex direttore del Parco Sergio Paglialunga

L’ex direttore del Parco Sergio Paglialunga

A coordinare le indagini è il sostituto procuratore, Flavia Alemi, che sta procedendo nei confronti di 7 indagati – tre consulenti esterni, un ex dipendente della Regione Toscana ora in pensione, l’ex direttore del Parco Sergio Paglialunga, un funzionario e un dipendente dell’Ente – per i seguenti reati: peculato, truffa, abuso d’ufficio e falso ideologico. I vertici del Parco sono cambiati fra il 2012 e il 2013. Proprio il cambio alla direzione del Parco è stato un passaggio lungo: dallo scadere dell’incarico a Paglialunga all’insediamento di Gennai passarono quasi 8 mesi.

Sulle indagini al momento non è dato sapere molto, visto che sono ancora all’inizio e di fatto non è stato notificato ancora niente agli indagati. Nei giorni e nelle settimane scorse ci sono state diverse perquisizioni tra Pisa, Pontedera, Firenze, Livorno, Grosseto, Poggibonsi e Cosenza, non ultima a casa dello stesso Paglialunga.

Oltre al piano giudiziario, c’è anche il piano amministrativo ancora bloccato; il bilancio consuntivo del 2012 infatti non è stato approvato dal Collegio dei revisori dei Conti, che si è rifiutato di approvarlo quando sono emersi numerosi residui attivi – leggasi crediti – mai riscossi e comunque contabilizzati. Alcuni risalgono addirittura al 1988.

Proprio sul bilancio del 2012 c’è un dialogo aperto con la Regione – i revisori dei conti infatti sono tecnici regionali e non personale interno all’ente parco – Regione che infatti  ha nominato un commissario ad acta proprio per sistemare il consuntivo del 2012, e che si insedierà nella giornata di domani.

In un comunicato il Parco di San Rossore prende posizione sulla vicenda: “Alla luce di incongruenze e criticità emerse negli ultimi mesi ed evidenziate particolarmente dal nuovo Collegio dei revisori dei conti, gli organi dirigenti del Parco hanno provveduto a compiere una serie di atti”. Tra questi, “la rimozione del responsabile del servizio finanze e bilancio, destinato temporaneamente ad altro incarico”, “l’informazione doverosa alla Corte dei conti sullo stato dell’arte sia tramite trasmissione di documenti, sia attraverso un incontro ufficiale”. E ancora, “la richiesta alla Regione Toscana di una forma di commissariamento ad acta – prevista dalle norme regionali in materia di aree protette – per quanto concerne la predisposizione e l’adozione del bilancio consuntivo 2012, e gli adempimenti conseguenti” e infine, “la richiesta alla Regione Toscana di una deroga per l’assunzione di un nuovo responsabile del servizio finanze e bilancio”.

“Oltre a tali azioni – si legge ancora – gli organi del Parco hanno attivato le procedure per la predisposizione del bilancio di previsione 2014 – anche tramite il supporto di apposito consulente, ovviamente individuato con pubblica selezione, in ragione dell’assenza di figure professionali idonee nella dotazione organica dell’Ente Parco – e, su proposta del Direttore, definito ed attuato il riassetto della struttura organizzativa dello stesso ente. Questo è il lavoro in essere per riqualificare e rilanciare l’azione del Parco. Di tale lavoro non può non far parte anche la piena disponibilità a collaborare con organi giudiziari che ritenessero, autonomamente, di dover indagare su aspetti gestionali della vita pregressa dell’Ente Parco, come sta avvenendo da tempo e con le accelerazioni delle ultime ore su alcuni fronti.

Tali indagini, che non sono certamente “istigate” dagli attuali organi dirigenti del Parco e che risulta non coinvolgano alcun amministratore (presidente e consiglio direttivo, ndr) precedente, si auspica che possano svolgersi nel migliore dei modi e nei tempi più celeri possibile per individuare eventuali abusi o reati commessi, e circoscrivere le responsabilità anche al fine di tutelare l’immagine e l’onorabilità dell’Ente e del personale che in esso da anni lavora con impegno e passione”.

C’è incredulità e sgomento infine, nelle parole dell’ex direttore Sergio Paglialunga: “Ieri mattina si è presentata la Guardia di Finanza a casa mia chiedendo di visionare degli atti di quando ero direttore del Parco”, ha dichiarato. “Ho mostrato il materiale richiesto e hanno ritenuto alcuni fascicoli interessanti. Debbo dire che non ho ancora ben chiaro cosa mi venga imputato; ho letto anch’io i giornali stamattina ma la Guardia di Finanza non mi ha detto molto di più di quello che ho letto”. Paglialunga spera in un grosso equivoco: “Mi sento sereno rispetto al mio operato. L’unica spiegazione che mi dò è che, essendo mancato un passaggio di consegne effettivo fra me e il nuovo direttore, si siano potute creare delle incomprensioni sugli atti. Quando ho concluso il mio mandato al Parco non ho condiviso nulla con chi mi ha succeduto, cosa che invece mi aspettavo di fare, anche per permettere al nuovo incaricato di ricostruire i fili del mio operato”.

Il Sindaco di Vecchiano Giancarlo Lunardi interviene sulla vicenda dell’Ente Parco
“Ho appreso dai giornali che l’ex direttore ed alcuni funzionari dell’Ente Parco sarebbero indagati per reati che attengono alla gestione contabile dell’Ente del quale sono stato per un periodo Presidente. Al riguardo mi preme rilevare di non essere a conoscenza della vicenda in questione che, a quanto risulta dagli stessi articoli pubblicati sui quotidiani locali, non coinvolge in alcun modo né il sottoscritto, né il Consiglio direttivo”.

“Naturalmente, nel caso si rendesse necessario, sono a completa disposizione dell’Autorità Giudiziaria, nell’ambito delle competenze degli organi rappresentativi dell’Ente. Da parte mia, come uomo delle istituzioni, c’è piena e completa fiducia nell’operato degli organi inquirenti, nella certezza che l’ex direttore e gli stessi funzionari dell’Ente Parco saranno in grado di chiarire positivamente la loro posizione rispetto ai fatti ed alle vicende per le quali sono chiamati in causa”.

“Mi preme peraltro evidenziare, sul piano politico amministrativo, che il Parco, durante la mia presidenza e con la collaborazione sia del Consiglio direttivo che della struttura dell’Ente, ha contribuito, unitamente alle altre Amministrazioni competenti, a portare a soluzione questioni di importanza storica per il territorio del Parco, quali la realizzazione del Porto di Marina, il recupero delle Colonie di Calambrone, l’adeguamento dell’ippodromo di San Rossore e la costruzione del Teatro Pucciniano a Torre del Lago, oltre al recupero di numerosi immobili di interesse storico-artistico nella Tenuta di San Rossore. Tutte problematiche che, come è noto, attendevano da decenni una positiva conclusione”.

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Pubblicato il: 19 febbraio 2014

Argomenti: Cronaca, Pisa

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