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Pubblica amministrazione: fonte di sviluppo?

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La ricerca di Promo P.A riguarda anche il tema della semplificazione, della pubblica amministrazione come motore di ripresa economica e di come possa diventare davvero un sostegno alle imprese e non essere più vista come un fardello

L’indagine ha cercato di capire come la PA possa essere un motore di sviluppo. Per far questo sono stati realizzati una serie di focus tematici.
Nel primo focus si sono valutati gli interventi a sostegno delle Piccole e Micro imprese e la loro rispondenza a quelli attesi e considerati urgenti dalle aziende. Il quadro che emerge, a questo proposito, è chiaro e ci parla di aspettative deluse e di scarsa conoscenza degli interventi messi in atto.

Il pacchetto di norme più noto, quello che tratta l’avvio dell’attività di impresa (che comprende lo sportello unico per le attività produttive, la procedura unica più semplice, la conferenza servizi telematica ed obbligatoria, la riduzione dei controlli, i controlli ex-post, l’obbligatorietà PEC) è poco conosciuto a Pisa (32%) in Toscana (24%) ed in Italia (37%).

Il secondo focus ha riguardato gli effetti della crisi economica sul mercato del lavoro e sulla capacità delle Micro e Piccole imprese di riattivare gli investimenti. In questo tema, un ambito di approfondimento ha riguardato la Riforma Fornero, approvata nel 2012 ma i cui effetti si sono dipanati pienamente nel 2013. In linea con l’andamento nazionale e regionale, la metà degli imprenditori pisani ritiene che il nuovo impianto legislativo non sia adeguato a risolvere le problematiche legate alle difficoltà di accesso dei giovani al mercato del lavoro: un non trascurabile 36% crede che ci sarà un aumento di oneri burocratici.

In ultimo si è dedicato un approfondimento allo stato di salute delle Micro Piccole Aziende attraverso la ricostruzione di una mappa dei fattori di rischio all’interno della quale poter rintracciare quelle aree e quegli interventi sui quali la PA può ed è dunque chiamata ad intervenire. La necessità di riduzione sia della fiscalità centrale e la velocizzazione dei pagamenti della PA assumono nella provincia di Pisa un livello di importanza molto elevato tanto da avere entrambi un indice di 9,4 su 10. In seconda battuta, ma con una non trascurabile distanza, gli imprenditori interpellati giudicano prioritari interventi volti a ridurre il peso della fiscalità locale e a sostenere gli investimenti che raggiungono rispettivamente il punteggio di 9,3 e 8,7.

Oltre che fonte di oneri ed erogatore di servizi, la PA rappresenta anche un “mercato di sbocco” per piccole e medie imprese e come tale assumere la veste di cliente. Anche in tale ruolo essa può però profilarsi sia come causa di un costo, in tutto assimilabile agli altri oneri indagati nella prima parte della ricerca che come motore di sviluppo.

Partecipazione a gare della PA

Nel 2013 le Micro e Piccole imprese che risultavano aver partecipato a gare per l’affidamento di commesse pubbliche sono in provincia di Pisa appena il 16% del totale: una quota leggermente inferiore a quella media nazionale (18%). In Toscana invece si nota la bassissima propensione alla partecipazione al mercato pubblico con una percentuale che si ferma a 10%. Per quel 16% di piccole imprese che vi lavorano, il cliente PA pesa sul proprio fatturato per poco più del 16% a Pisa. All’interno della grande maggioranza che non partecipa a gare pubbliche, solo il 14% non manifesta alcun interesse ad entrarvi, un dato che scende per la Toscana all’11%.

I ritardati pagamenti della Pubblica Amministrazione

La problematica dei crediti maturati dai fornitori di beni o servizi a seguito del mancato rispetto da parte del committente pubblico dei tempi contrattuali previsti per l’assolvimento degli obblighi di pagamento va assumendo dimensioni sempre più allarmanti. Effetti tangibili, non ancora rilevati dall’indagine svolta prima della sua concreta applicazione, sono attesi dal cd. decreto “sblocca debiti”.

Le stime effettuate sui risultati dell’indagine la cui significatività statistica è limitata poiché basate su un numero esiguo di osservazioni e su risposte fornite “sulla memoria”, producono per la provincia pari ad un ammontare complessivo di crediti di circa 40 milioni di euro. Un dato approssimativo ma che fornisce un’idea della portata del fenomeno. Il ritardo medio dei pagamenti denunciato dalle imprese che hanno dovuto soffrire nell’ultimo anno di un credito nei confronti della PA, risulta a Pisa di 168 giorni, dato più contenuto rispetto alla media nazionale, a 205 giorni (dunque quasi 7 mesi).

Norme su conoscenza ed impatto delle norme su appalti e velocizzazione tempi di pagamento

La nuova direttiva europea sui pagamenti, che impone alla PA di pagare i fornitori entro 30 giorni, risulta piuttosto popolare tra i piccoli e micro imprenditori pisani in quanto sono il 71% coloro che asseriscono di conoscerla. A fronte di una diffusa conoscenza, però, gli interpellati forniscono un giudizio piuttosto negativo sull’impatto possibile e le imprese sembrano consapevoli sull’inefficacia della norma: in una scala 0-10 forniscono un giudizio (4,0), leggermente inferiore a quello medio nazionale. Maggiore fiducia viene riposta invece al Decreto “sblocca pagamenti” (DL n. 35/2013), valutato positivamente dal 60% circa delle imprese della provincia; da non sottovalutare comunque che un non trascurabile 20% del campione non sa fornire una risposta a dimostrazione di uno scetticismo diffuso.

L’indagine si conclude con la parte dedicata a Consip e più nello specifico la posizione che questa ricopre nel processo di centralizzazione degli acquisti. Gli imprenditori pisani e anche toscani dimostrano di non aver troppa dimestichezza con la materia, conoscono Cosip ed il suo ruolo solo il 40% del campione pisano e 33% di quello toscano.

 

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Pubblicato il: 22 febbraio 2014

Argomenti: Economia-Lavoro, Pisa, Sociale

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