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Sequestrate tre tonnellate di hashish a Marina di Pisa

droga

2.956 kg di hashish, di ottima qualità, provenienti probabilmente dal Marocco, sono stati rivenuti dalla Polizia di Pisa all’interno di un’imbarcazione che aveva noleggiato un posto in un rimessaggio alla foce dell’Arno. Rivenduto sul mercato, la sostanza rinvenuta avrebbe fruttato oltre 3 milioni di euro.

L’indagine, denominata “Cafè del mar”, come la barca sequestrata, è partita in modo casuale attraverso la curiosità di un poliziotto della Questura di Pisa appassionato di vela, e che frequenta abitualmente le rive dell’Arno verso la foce. A inizio giugno il poliziotto è venuto a conoscenza del fatto che alcune persone avevano chiesto un posto a noleggio ad una piccola rimessa nei pressi della foce, per il periodo estivo e per un barca di grandi dimensioni, il tutto senza manifestare particolari preoccupazioni per la somma da versare.

L’agente è quindi risalito ai nominativi dei soggetti, constatando che uno di essi aveva svariati precedenti in materia di stupefacenti. A quel punto la Questura ha deciso di sorvegliare la zona mettendo delle telecamere all’ormeggio, fino a quando, nel pomeriggio del 2 luglio, queste hanno ripreso l’arrivo di una grande imbarcazione che attraccava proprio su quella banchina. A quel punto è scattato il controllo degli occupanti.

Giunti sul posto due soggetti scesi dalla imbarcazione venivano intercettati e fermati. Altro personale, salito a bordo, constatava la presenza di una terza persona che veniva immediatamente identificata. Saliti sulla barca i poliziotti si sono accorti che il pavimento risultava, in un punto, leggermente sollevato: fatto che ha insospettito oltremodo gli agenti al punto di chiedere rinforzi e intanto, procedere all’immobilizzazione dei soggetti.

Al momento della perquisizione, una volta scollato il pavimento e alzato le travi, è stata rinvenuta una botola attraverso la quale si accedeva ad un vano, ricavato dopo aver modificato la struttura della sala macchine, nel quale veniva trovati 123 colli imballati con nastro adesivo marrone contenenti le 3 tonnellate di hashish.

Intanto gli altri agenti, rimasti in osservazione all’esterno del cancello di ingresso alla darsena, hanno notato il passaggio reiterato di due furgoni che a quel punto decidevano di fermare. Una volta fermati, non senza fatica, gli autisti sono stati immobilizzati e perquisiti. Gli agenti hanno consultato quindi il cellulare in possesso di uno dei due, costatando così il legame che univa i trasportatori con il resto dell’equipaggio della barca. Dentro i furgoni sono stati rinvenuti 70 involucri di cartone per imballaggio, una decina di nastri adesivi e 2 carrelli per trasporto materiale.

Cinque gli arresti: si tratta di persone di età compresa fra i 30 e i 60 anni, tutti di origine italiana e residenti nelle province di Milano, Napoli, Venezia e Barletta. Tre di loro sono incensurati mentre G.G., che è anche colui che ha preso a noleggio il posto barca, ha precedenti in materia di stupefacenti; il più anziano del gruppo, P.V., ha invece precedenti per estorsione e ricettazione.

Le indagini ora vertono sulla fitta rete che ha reso possibile il trasferimento di tali quantità, che gli agenti non esitano a definire “industriali”. “La provenienza non è ancora stata accertata – ha detto il Questore Gianfranco Bernabei – ma con tutta probabilità si tratta del Marocco. Sulla barca abbiamo rinvenuto depliant della Francia, sigarette spagnole e arabe. Conoscendo il traffico di hashish è quasi certo che la provenienza sia appunto il Nord Africa”.

Sulla barca è stato trovato anche un Jammer, ovvero un abbattitore di frequenza che inibisce le comunicazioni su diverse bande, fino a 800 metri e che ha reso oltremodo difficoltosa la comunicazione tra gli operatori. “Si tratta di uno strumento estremamente sofisticato, normalmente in uso solo alle forze dell’ordine che devono compiere missioni speciali, quindi molto costoso e difficile da reperire anche sul mercato elettronico”, ha spiegato il sostituto procuratore Ugo Adinolfi.

I cinque si trovano ora in custodia cautelare e per loro si apre un fronte giudiziario particolarmente delicato: oltre alla detenzione ai fini di spaccio gli invetigatori hanno ravvisato anche l’aggravante dell’ingente quantità. Secondo la Questura inoltre, solo una minima parte dell’hashish sarebbe stato destinato al mercato pisano. Mentre il nostro territorio, e in particolare un rimessaggio sull’Arno, sarebbe stato scelto per il trasferimento perché tranquillo e appartato.

Soddisfazione da parte di tutti gli agenti coinvolti e da parte del Questore Gianfranco Bernabei, nonostante un incidente di percorso per un agente: “L’agente Marco De Franchis – ha raccontato Bernabei – è caduto scavalcando la rete per raggiungere i soggetti che sostavano fuori dall’area. Impugnava un’arma e non ha quindi potuto attutire il colpo riportando una frattura scomposta alla spalla destra”.

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Pubblicato il: 4 luglio 2014

Argomenti: Cronaca, Lungomare, Pisa

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