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Ri-occupato il casottino di Gagno dopo il sequestro

gagno

Un’assemblea di un centinaio di persone quella che lunedì sera si è tenuta davanti a quello che ormai è stato ribattezzato il casottino di Gagno, dove il 16 agosto sono stati apposti i sigilli. Sigilli che non hanno fermato il comitato di quartiere che ieri è tornato nello spazio sociale dove a partire da questa settimana riprenderanno le attività: dopo scuola e ripetizioni gratuite, tombola, cineforum e cene sociali.

Occupato a febbraio il centro sociale di Gagno è stato concluso nel 2011 con fondi, circa 200 mila euro, del Comune di Pisa: dal momento della sua conclusione fino al febbraio di quest’anno, sebbene fosse stato progettato come spazio socio culturale per il quartiere, è rimasto chiuso.

A metà aprile, dopo un bando che non ha mancato di suscitare polemiche, lo spazio è stato assegnato alle associazioni Fare spazio ai giovani e Arcadia. Dopo i primi tentativi di dialogo fra il Comitato e le due associazioni i rapporti si sono interrotti.

Il 16 agosto, infine, l’apposizione dei sigilli da parte della Polizia Municipale e il sequestro del casottino.

In sei mesi di occupazione quello di Gagno è diventato un punto di aggregazione per molti abitanti del quartiere. “Se i bambini del quartiere – scrive il Comitato Riprendiamoci Gagno – non giocano più in mezzo alla strada è perché possono attraversare il casottino durante il doposcuola popolare e le ripetizioni gratuite, così come le persone anziane non se ne stanno più rinchiuse in casa da sole, ma possono venire a giocare a tombola, a carte e stare insieme”.

La scelta del Comune di procedere al sequestro “all’alba del 16 agosto – scrivono ancora – dimostra la debolezza dell’amministrazione comunale che preferisce gli sgomberi al dialogo, preferisce mandare i vigili piuttosto che ascoltare i nostri bisogni”.

Dura la stoccata che dal Comitato di quartiere arriva anche all’assessore Dario Danti: “Dopo che l’assessore ha più volte affermato di voler instaurare un dialogo con i comitati di quartiere, anche con coloro che hanno dato vita a un’occupazione, dopo gli annunci di voler costituire centri di aggregazione sociale in ogni quartiere, l’amministrazione comunale ha invece scelto di interrompere il dialogo con l’apposizione dei sigilli”.

Lunedì sera all’assemblea, insieme agli abitanti di Gagno, anche quelli di Sant’Ermete, riuniti in comitato, e di San Giusto, dove ci si sta organizzando in questa direzione.

“Da oggi – sottolineano dal Comitato – inizia una nuova stagione di lotta, che vedrà i diversi comitati di quartiere uniti e che nei prossimi giorni porterà a momenti di mobilitazione per conquistare spazi di aggregazione, reddito e dignità”. Primo appuntamento giovedì 11 settembre in Comune, quando si terrà la prima seduta del Consiglio Comune dopo la pausa estiva.

A schierarsi con le ragioni degli abitanti di Gagno Una città in comune – Rifondazione Comunista che ritiene l’apposizione dei sigilli del 16 agosto “una decisione molto grave e che costituisce per la nostra città un salto di qualità in termini repressivi nei confronti di chi giustamente riapre spazi da anni abbandonati restituendoli alla cittadinanza e riempiendoli di attività e di iniziative di grande valore sociale e culturale”.

Una decisione che per le due forze politiche è tutt’altro che improvvisa: “L’amministrazione ha agito nel silenzio, pianificando questa operazione di polizia e mettendola in campo la mattina dopo Ferragosto, col fine di non trovare un’opposizione al momento dell’apposizione dei sigilli. Si tratta di un modo di operare che non ha nulla a che vedere con la partecipazione e il confronto democratico”.

La richiesta che arriva da Una città in comune – Prc è che “il casottino di Gagno venga dissequestrato e che il Comune di Pisa dia immediatamente avvio a tutte le procedure per togliere i sigilli da una struttura nata come spazio sociale e per anni lasciata colpevolmente in abbandono”.

A sostenere le attività messe in campo in questi mesi nel casottino di Gagno è anche Mauro Stampacchia, consigliere CTP 6 Pisa Nord per Sinistra Ecologia e Libertà. Stampacchia, in una lettera critica indirizzata a Pisainformaflash, nel ricordare le esperienze positive toccate con mano e nate all’interno dell’occupazione del casottino, ricostruisce le tappe della vicenda e il tentativo del CTP6 di impegnarsi, con “la Presidente Ciardelli in prima fila, per un rinvio del bando e per mettere in atto una mediazione tra Amministrazione ed occupanti, specie per quanto concerneva il contributo, ma questa mediazione non andò in porto, e ciascuno rimase sulle sue posizioni”.

“Ora, dopo lo sgombero del 16 agosto – prosegue Stampacchia – non ci troviamo con meno problemi, ma con più problemi. Credo fermamente che l’attività di chi si impegna a favore della partecipazione, come si dovrebbe fare in un CTP, consista anche nella valutazione serena delle situazioni che si vengono a creare nei quartieri, specie di quelle che, con modalità anche proprie, e magari anche, per alcuni, criticabili, vengono promosse in autonomia; nella inclusione sociale e associativa, e quindi anche nel favorire consensi ed intese”.

 

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Pubblicato il: 27 agosto 2014

Argomenti: Cronaca, Pisa, Politica, Sociale

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