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Tutte le ferite di San Paolo a Ripa d’Arno. Per i lavori 2,5 milioni di euro

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Ieri pomeriggio la commissione cultura del Comune di Pisa ha visitato la chiesa di San Paolo a Ripa d’Arno. Ad accompagnare i commissari gli assessori Andrea Serfogli e Dario Danti, gli ingegneri incaricati dalla parrocchia e dall’Arcidiocesi di Pisa di redarre il progetto e l’archeologo Renato Guerrucci

Il progetto è pronto ed entro la fine del mese sarà presentato in Soprintendenza per il via libero definitivo. Poi si aprirà il capitolo finanziamento: da reperire, secondo le stime degli ingeneri Claudio Barandoni e Loriano Crecchi che lo hanno redatto, saranno circa 2,5 milioni di euro.

Le indagini sulla chiesa di San Paolo a Ripa d’Arno sono ormai concluse, e se da un fronte arrivano notizie rassicuranti, dall’altro la situazione della statica richiede un intervento non di modeste dimensioni.

Le indagini sulle fondazioni e sul terreno, spiega l’ingegner Barandoni “non hanno fatto emergere problemi rilevanti”. Problemi che emergono in tutta la loro urgenza invece per quanto riguarda la struttura della Chiesa. Inclinazioni rilevanti sia verso l’Arno che in direzione dell’abside, in parte visibili anche ad occhio nudo, che se ancora restano all’interno dei margini di sicurezza previsti si collocano comunque al minimo sostenibile.

Difficile anche la situazione delle coperture e della cupola, che dice ancora l’Ing. Barandoni “presentano problemi seri in tutta la sua estensione”.
Cattiva inoltre la qualità muraria della parte sud, quella ciò interessata dall’intervento di restauro di Sanpaolesi nel dopo guerra. “La parete – spiega ancora l’ingegnere – fu colpita da una bomba nel 1943. Per l’intervento di restauro sono stati usati materiali di recupero. Da ripristinare è la qualità muraria che oggi è deficitaria”.

 

 

Di fatto il progetto non potrà certo riportare indietro il tempo, ma il suo obbiettivo è quello di congelare la situazione attuale in modo da impedire ulteriori movimenti. “Questa – spiega l’ingegner Loriano Cecchi – è l’unica scelta possibile”.

2,5 milioni di euro la cifra stimata per il progetto, che nelle varie fasi di elaborazione è già stato visionato dalla Soprintendenza. A concorrere alla cifra, spiega ancora l’Ing. Crecchi, la complessità del cantiere e della sua gestione in sicurezza: “Ad esempio quando lavoreremo sulle coperture, scoperchiandole, dovremo mettere in sicurezza le colonne”. E basta vedere le immagini delle impalcature che oggi sorreggono la struttura per rendersi conto della complessità della situazione.

Quando il cantiere per il consolidamento e il restauro potrà aprirsi, i lavori, salvo imprevisti, richiederanno circa due anni. Ma perché possano prendere avvio, appunto, è innanzitutto necessario reperire i fondi necessari. La chiesa di San Paolo a Ripa d’Arno è di proprietà della parrocchia che è coordinata dalla curia di Pisa. Ma nessuna della due dispone degli oltre 2 milioni di euro necessari. Per questo un’interlocuzione con la Fondazione Pisa sarebbe già stata avviata.

Il Comune di Pisa, che sulla chiesa non ha titolarità, spiega l’assessore Andrea Serfogli “può spendere una parola a sostegno di questa causa dato che è rappresentato nella deputazione della Fondazione. Poi altre strade possono essere tentate, come ad esempio il ricorso ai fondi dell’8×1000”.

In prospettiva, aggiunge Serfogli “sarà necessario anche un intervento di riqualificazione della piazza. Lasciando inalterata l’alberatura, ma che riveda gli arredi urbani, l’illuminazione e la pavimentazione”. Per adesso soldi nelle casse comunali per un tale intervento non ci sono “ma farsi trovare pronti – conclude Serfogli – con un progetto già redatto ci consentirebbe di cogliere occasioni di finanziamento che potrebbero presentarsi”.

La strada della riapertura e della restituzione della chiesa di San Paolo a Ripa d’Arno alla città è ancora lunga. Passi importanti intanto sono stati compiuti, ma ora si apre la complicata fase della ricerca di fondi.

I rilievi archeologici
Durante la campagna diagnostica (costo totale 353.900 euro, 140 mila finanziati dalla Fondazione Pisa, 100.300 dalla parrocchia, 113.600 dall’Arcidiocesi di Pisa), sono stati rinvenuti reperti che hanno consentito di collocare in quello che era il chiostro della chiesa un impianto cimiteriale analogo a quello del camposanto Monumentale, con lastre di marmo che indicavano le tombe della famiglie gentilizie.

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Pubblicato il: 9 ottobre 2014

Argomenti: Cultura, Pisa

Visto da: 1716 persone

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