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VideogioQ La misteriosa statua di Tekken a La Fontina

tekken

Può capitare di alzare gli occhi a La Fontina e trovarsi difronte due robusti uomini in posa plastica, uno vestito di bianco, l’altro di nero, intenti a prendersi a pugni


Se vi portate all’incirca nel punto più alto di via Paparelli e guardate verso i sessanta gradi in direzione nordovest, li vedrete. Due robusti uomini in posa plastica, uno vestito di bianco, l’altro di nero, intenti a prendersi a pugni. Alla sera, dovreste riuscire a scorgerli anche meglio, in virtù del faretto che hanno tutto per loro.

La visione è vieppiù bizzarra, e si deve scendere nella non accessibilissima via Pindemonte per poter notare che sono Kazuya Mishima e Jin Kazama da Tekken 6, rispettivamente padre e figlio. I due, come sa chi ha un po’ di dimestichezza con la storia del picchiaduro Namco, sono congelati nell’atto di sistemare alcune questioni ereditarie in merito al danaroso cartello industriale Mishima.

Sul motivo che li spinga a far ciò proprio nella città della torre che pende, e con l’aiuto dalle riprese dell’impareggiabile Seguogatti, ho interrogato Daniele, proprietario del ristorante Il Ristoro dei miei Amici, che ospita i due marcantoni in vetroresina (complessivamente 159 centimetri in altezza e 320 in lunghezza, per 125 chilogrammi di peso). Già favoleggiavo di un’opera eseguita su commissione da nipponici maestri ciechi, tradotta nottetempo nel porto di Marina per sfuggire all’occhio delle autorità, ma la storia del manufatto è di poco più prosaica: giunto in città a reclamizzare il suddetto videogioco nei magazzini di elettronica, ha poi fatto parte del mobilio di una palestra a Ospedaletto.

Alla chiusura della palestra, la statua è stata semplicemente gettata via, ed è allora che Daniele l’ha rinvenuta e fatta propria. Il suo locale, aperto nel 2013, dapprima la esponeva nel parcheggio. Dal momento che gli avventori erano soliti abbracciarla per farcisi le foto, facendola quindi sovente cadere, la statua è stata spostata sul muretto laterale e dotata di punto luce. Ma la vera ragion d’essere dell’installazione è quella di attrarre visitatori in occasione della kermesse marzolina del Cusplay, al quale il gestore del Ristoro afferma di voler dedicare un’apposita sala.

Per la cronaca, il pezzo è opera di Marc e Gaby Klinnert, dell’australiano Studio Oxmox, che da un ventennio circa realizzano sculture a grandezza naturale di soggetti che in natura non si trovano, quali dinosauri e personaggi di film, cartoni animati e videogiochi. Non resta quindi che la visione del filmato di Seguogatti il cui audio originale, sfortunatamente inutilizzabile, è stato ricostruito tramite le più avanzate tecnologie di sottotitolatura.

 

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Tommaso Mongelli
www.fandonia.net

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Pubblicato il: 15 febbraio 2015

Argomenti: Quaderni, VideogioQ

Visto da: 1607 persone

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