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Bletchley Park e Ultra. The Imagination Game, capitolo 2

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Non ci sono solo persone nella storia di Turing e dei suoi collaboratori. Ci sono anche le macchine


di Giovanni Cignoni

Bletchley Park era un industria. Ci lavoravano fra 9000 e 10000 persone

La settimana scorsa abbiamo parlato dei personaggi della storia, Alan, Joan e gli altri. Come è giusto che sia, nel film la cinepresa inquadra soprattutto loro, ma dietro, davanti, a destra e a sinistra c’è Bletchley Park, a sua volta un protagonista. Del vero BP gli sceneggiatori hanno colto molti tratti, ma, inevitabilmente, non tutti sono evidenti. Cominciamo dalle dimensioni. BP era un industria. Ci lavoravano fra 9000 e 10000 persone, abbastanza stabili (il giro di nomi si ferma a 12000) organizzate, compartimentate e alternate in turni di 8 ore: se non lavoravi insieme conoscersi era improbabile. Imponente anche l’indotto: sia militare, con i fornitori di materia prima, cioè le tante stazioni radio che sparse nei territori controllati dagli Alleati intercettavano i messaggi da decifrare, sia civile, nei dintorni – affittasi posto letto, camera singola, no matematici stramboidi.

Oltre alle persone c’erano le macchine. Nel film se ne vede una, sentimentalmente intitolata all’amico dei tempi del college, in realtà le Bombe arrivarono a essere oltre 200. Avevano anche un nome proprio: la prima cedendo alla retorica la battezzarono Victory, la seconda, quella con la diagonal board di Welchman, prima in un momento mistico pensarono a Agnus Dei, poi si riebbero e fu Agnes. C’erano anche altre macchine, diverse dalle Bombe, ma le vedremo prossimamente.

Le Bombe erano dislocate in cinque sedi diverse

Le Bombe ci ricordano anche che BP non era solo a BP. Dato c’erano anche altre bombe che cadevano dal cielo, non era saggio concentrare strumenti preziosi in un solo posto. Ergo, le Bombe erano dislocate in cinque sedi diverse: Gayhurst, Wavendon, Stanmore, Eastcote e Adstock, vicine a BP, ma non troppo. Ed erano costruite in un altro posto ancora, a Letchworth, negli stabilimenti della British Tabulating Machines Company. Sempre comunque non lontani, Denniston quando scelse BP per portarci la Government Code & Cipher School pensò bene alla posizione, fra le altre cose ben collegata ed equidistante da Londra, Oxford e Cambridge.

I quattro scrissero una lettera a Churchill per garantire lo sviluppo di BP

La lettera che i quattro scrissero a Churchill fu un appello per garantire lo sviluppo di BP secondo questo piano industriale. Turing era già responsabile di Hut 8 e Welchman di Hut 6, non c’erano rivendicazioni o contrasti, ma la necessità di comunicare al grande capo che per ottenere risultati dall’ascolto del nemico bisognava poterlo fare in grande: più personale, più macchine. Fra le richieste c’era anche l’esenzione dalla leva per le maestranze di Letchworth: troppo esperte per poter essere mandate al fronte. “Action this day!” fu la risposta di Churchill convinto dalla brutale modernità dell’idea, una pesca industriale di informazioni, anticipatrice degli ascolti in larga scala che oggi, un po’ preoccupati, etichettiamo alla voce Echelon.

Per rimaner in metafora i messaggi presi nella rete di BP avevano nomi in codice dipendenti dal tipo di sistema crittografico usato: dolphin era il sistema della Kriegsmarine di superfice, shark quello degli U­Boot, tunny quello dei centri di comando strategico. Ultra era il nome in codice del prodotto di BP: l’informazione ricavata dalla decodifica dei messaggi intercettati. I criptoanalisti non avevano né le competenze, né il tempo di occuparsi della distribuzione del prodotto. Era affidata alle Special Liason Unit, uffici che tenevano i collegamenti con i vari comandi. Ce ne erano una quarantina, alcuni fissi come quello con il War Office o con l’Ammiragliato della Royal Navy, altri temporanei legati a particolari operazioni militari o teatri di guerra.

Le SLU dipendevano dal MI6 e decidevano cosa passare e come passarlo. I comandi poi decidevano se e come usare l’informazione dopo averla confrontata con le altre fonti di intelligence: le spie infiltrate, le ricognizioni, gli interrogatori dei prigionieri, i rapporti dei gruppi partigiani. Torniamo al personale impiegato a BP. Nel film, Joan è preoccupata di dover dire in famiglia che dovrà lavorare, unica donna, in un ambiente di uomini. In realtà BP era per tre quarti rosa – a proposito, buon 8 marzo!

unnamed (10)Dovunque ti giravi a BP vedevi Women in the Royal Navy Service: irresistibili in uniforme secondo l’Alexander del film. Il WRENS come corpo fu attivato una prima volta dal 1917 al 1919 e poi, per necessità, di nuovo nel 1939: free a man for the fleet recitava uno degli slogan della campagna di reclutamento. A BP facevano di tutto, soprattutto far funzionare le Bombe e le altre macchine, poi tenere i collegamenti con le stazioni radio, lavorare alla decodifica, alla trascrizione e all’archiviazione dei messaggi, e ovviamente all’amministrazione. Giocando con l’acronimo erano affettuosamente chiamate wrens, scriccioli. Fino a un certo punto: erano wrens anche le staffette che portavano le comunicazioni urgenti e riservate. In motocicletta.

Fra le civili con ruoli di criptoanaliste il film ci presenta solo Joan, ma non era la sola. Il gruppo più nutrito faceva capo a Dillywin “Dilly” Knox, papirologista e criptoanalista di lungo corso, con lui al Cottage lavorarono tipe toste come Mavis Lever­Batey, Margaret Rock, Jean Perrin, Clare Harding, Rachel Ronald, Elisabeth Granger. Alle Dilly’s Filles (così erano chiamate, ma senza alcuna malizia) spettano risultati notevoli, fra i quali la violazione dell’Enigma D della Regia Marina Italiana (Lever) e dell’Enigma G31 usata dall’Abwehr, il servizio segreto tedesco (Lever & Rock).

Come avveniva il reclutamento dei criptoanalisti? Inizialmente per contatti personali Denniston contatta Turing e Welchman, Welchman porta Clarke e Milner­Barry, Milner­Barry conosce Alexander… Poi quando i numeri crescono, la cooptazione diventa metodica attraverso controlli e selezioni, nell’ambito delle chiamate di leva (così per esempio è preso Hilton), ma anche tenendo d’occhio quel che succede fra i civili.

Fedeli al Keep calm and carry on, fra i tanti fastidi della guerra i londinesi trovavano decisamente insopportabile la sempre minor difficoltà dei cruciverba del Daily Telegraph. Il giornale ricevette una lettera da un tale W.A.J. Gavin, presidente dell’Eccentrics Club, che sfidava i lettori del quotidiano a risolvere in meno di 12 minuti un cruciverba allegato. La sfida fu accolta, la prova organizzata nella sede del giornale, la scommessa vinta e l’assegno versato in beneficienza. Il 13 gennaio 1942 il cruciverba fu poi pubblicato a beneficio di tutti i lettori.

Il tutto non sfuggì al col. Nichols di BP, che con molta discrezione, contattò i partecipanti alla sfida e ne selezionò alcuni. I cruciverba non hanno direttamente a che fare con la criptoanalisi, ma l’intuito e la capacità di concentrarsi su un problema sì. Nel film la storia è romanzata. Ma per pochi fotogrammi, compilato in un rifugio antiaereo durante un bombardamento, riconoscibile dall’inconfondibile schema con le quattro croci, compare proprio lui, il cruciverba n. 5062 del Daily Telegraph.

Il programma di “Un mese con Turing e l’Enigma”, con le presentazioni usate negli incontri.

Gli altri articoli della serie “Quattro chiacchiere sul calcolo, senza fare conti”

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Pubblicato il: 8 marzo 2015

Argomenti: Cultura-Tech

Visto da: 1183 persone

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