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Sciopero e presidio a oltranza al Mercatone Uno di Navacchio

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Da sabato i 37 lavoratori sono mobiliati in seguito alla decisione della proprietà di vendere e chiudere il punto vendita di Navacchio. Ma la vertenza investe 79 negozi in tutta Italia


20150324_Mercatone Uno cartellone ribassi 102647Sono in sciopero ad oltranza da sabato scorso, i 37 dipendenti del Mercatone Uno di Navacchio (Pisa). Stanno presidiando il loro negozio da quando hanno visto affisso l’enorme cartellone 6 metri per 6 che annuncia la vendita straordinaria “svuota tutto con ribassi fino al 70%”, ma si sono resi conto che assieme alla merce sarebbero stati messi in svendita anche i loro posti di lavoro.
Protestano contro la decisione aziendale di chiudere il punto vendita alla porte di Pisa e volantinano, con indosso le caratteristiche maglie gialle e blu, ai clienti che si presentano numerosi ma devono tornare indietro a mani vuote.

«La vertenza è a carattere nazionale nazionale e la situazione è delicatissima» specifica Caterina Ballanti, segretaria della Filcams-Cgil di Pisa, presente ieri al presidio dei lavoratori: «Si tratta di 79 negozi in tutta Italia, con circa 4mila dipendenti diretti, più l’indotto, coinvolti nella crisi del gruppo, che il 19 gennaio scorso ha presentato l’istanza di concordato preventivo presso il Tribunale di Bologna».

«Per il momento non ci sono procedure attivate per gli ammortizzatori sociali – continua Caterina Ballanti – e oltre all’emergenza per i dipendenti diretti, la situazione è ancora più difficile per gli associati in partecipazione, quei lavoratori che all’interno dei punti vendita vengono pagati a provvigione sul mobilio venduto». Gli associati a Navacchio sono 4, mentre nel gruppo si parla di 2.500 di queste figure professionali che, non avendo contratti di lavoro subordinato, non hanno nessun tipo di ammortizzatore sociale.

Il gruppo ha accumulato debiti per 450 milioni di euro nei confronti delle banche, dell’Erario e dei fornitori, ma per ora sono in regola con il pagamento delle retribuzioni, anche se non anticipano più il trattamento di integrazione salariale del contratto di solidarietà, perché al momento il Tribunale non autorizza nessun tipo di uscita.

Circolano voci su compratori che avrebbero manifestato interesse per la metà dei punti vendita del gruppo: ci sarebbero perciò 34 negozi che non rientrerebbero nella manifestazione di interesse e, tra questi, Navacchio. Il condizionale è d’obbligo perché, nonostante il 12 marzo ci sia stato un incontro al ministero dello Sviluppo economico (Mise), l’azienda non ha portato a conoscenza dei sindacati il piano industriale che dovrebbe essere inserito nel concordato.

Le voci si susseguono, come quella che potrebbe rientrare dalla finestra dell’offerta di acquisto anche l’attuale amministratore del gruppo. Voci che aumentano l’incertezza dei lavoratori che, in attesa del prossimo incontro al Mise del  primo aprile, hanno anche l’urgenza di capire se possono rientrare nella cassa integrazione straordinaria, non applicabile in questo caso con la legge Fornero, ma che una recente circolare del Ministero del Lavoro estenderebbe al concordato preventivo.

I tempi per capire se questi strumenti possono essere attivati, quindi, sono stretti. “Serve soprattutto che la proprietà del Mercatone Uno – conclude Caterina Ballanti – manifesti più chiarezza e trasparenza, perché finora c’è stata reticenza a dare esattamente il quadro della situazione».
Intanto per oggi è fissato un incontro con il sindaco e il Consiglio comunale di Cascina, con le Rsu del Mercatone e la segreteria del sindacato

Paola Baiocchi

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Pubblicato il: 25 marzo 2015

Argomenti: Economia-Lavoro, La Piana

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