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Buonarroti, gli insegnanti chiedono una nuova scuola

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Con un documento approvato all’unanimità, il collegio dei docenti sottolinea l’urgenza di una scuola sicura: “il tempo delle assunzioni chiare e definitive di responsabilità è arrivato”


Dopo il crollo del 17 marzo, i sopralluoghi, le assemblee e gli incontri istituzionali, a prendere la parola sulle condizioni del Concetto Marchesi sono gli insegnanti del Liceo Buonarroti con un documento approvato all’unanimità dal collegio dei docenti, con cui si chiede nero su bianco di avviare il percorso la progettazione di una nuova scuola.

Gli insegnanti, sollevati dal fatto che nessuno “si sia fatto male nel crollo della copertura in vetro”, osservano come “non è normale” e “non è più accettabile lavorare in un luogo in cui sono possibili ‘cedimenti’ strutturali di questa portata”.

Un cedimento che investe anche la questione della sicurezza dei luoghi di lavoro, “quella stessa – scrivono – su cui annualmente, obbligatoriamente frequentiamo corsi con test finale, spesso surreali, grotteschi nella nostra situazione”.
“La sicurezza – proseguono nel documento – è cosa diversa dall’apparenza ed è cosa diversa anche dalle certificazioni di agibilità. Su questo assioma si è srotolata la storia del complesso Concetto Marchesi, con infiniti interventi di manutenzione e ‘miglioramento’ da parte dell’ente proprietario, la Provincia di Pisa, che vi ha destinato una enorme quantità di risorse, nell’ordine di 12 milioni di euro nel decennio trascorso, quasi sette dei quali negli ultimi cinque anni, epoca in cui (2009) fu annunciata la volontà di costruire un nuovo polo scolastico”.

E “l’ambiguità di quell’assioma – osservano – si è infranta insieme ai vetri: di sicuro per il Liceo Buonarroti, probabilmente per tutto il complesso Concetto Marchesi. Non è più il tempo degli interventi migliorativi. E non è più rimandabile la necessità di una nuova scuola, progettata e realizzata con procedura di urgenza, in grado di ospitare tra le 1200 e le 1300 persone almeno, quelle che a vario titolo oggi vi operano”.

Gli insegnanti del Buonarroti danno atto al Sindaco e al presidente della Provincia di Pisa e ai suoi uffici, al Prefetto, al Provveditore agli studi, agli assessori regionali interessati, ai Vigili del Fuoco di Pisa di essere intervenuti in modo tempestivo, “mostrando di farsi carico della portata del problema, non limitato al crollo, con l’individuazione di un percorso di breve, medio e più lungo periodo che culmina con l’impegno a progettare e costruire una nuova scuola”.
Nella volontà di dare credito agli impegni sottoscritti, pur “con la prudenza e i dubbi (per non dire lo scetticismo) che ci derivano dall’esperienza”, i docenti sottolineano come “la sicurezza, sia qualcosa che azzera ogni altra considerazione, soprattutto quelle relative alla qualità della nostra proposta”.

“È qualcosa di diverso dalla stanchezza di aver visto negli anni l’identità del Liceo Buonarroti schiacciata sulla fatiscenza delle sue strutture. Dalla stanchezza di constatare durante gli scambi con altri paesi che avere scuole funzionali e anche belle è possibile se veramente si crede che l’istruzione pubblica sia un valore su cui investire e il benessere di studenti e lavoratori sia un valore non contingente. Della stanchezza della precarietà di strutture e decoro, sconcertante per occhi esterni. Non intendiamo subire oltre questa frustrazione. Crediamo – concludono – che il tempo delle assunzioni chiare e definitive di responsabilità sia arrivato“.

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Pubblicato il: 10 aprile 2015

Argomenti: Pisa, Scuola-Università

Visto da: 23 persone

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Una risposta a: Buonarroti, gli insegnanti chiedono una nuova scuola

  1. avatar paola scrive:

    i nostri ragazzi hanno diritto all’istruzione, ma non solo! la scuola è un luogo dove si educa , fra le mille altre cose, anche al rispetto dell’ambiente nel quale si vive e del bene comune… come pretendere dai giovani l’apprendimento di questi principi se gli adulti per primi non se ne occupano A SUFFICIENZA e passa il messaggio che la scuola PUO’ ESSERE FATISCENTE?
    Con rammarico vediamo che ci si muove davvero solo quando si sfiora la tragedia ( miracolosamente non è successo niente, ma….cosa poteva accadere?), speriamo che questa volta la lezione serva a non fermarsi al tamponamento dell’emergenza.

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