MENU

InQuadriamo il diritto Tutti i modi per dire “caparra”: ecco le differenze

caparra

Acconto, caparra confirmatoria, caparra penitenziale e penale: quattro ipotesi simili tra loro che hanno però una disciplina e conseguenze assai diverse


Cari Lettori,
su suggerimento di un affezionato lettore di paginaQ, oggi con InQuadriamo il diritto approfondiremo insieme le differenze tra acconto, caparra confirmatoria, caparra penitenziale e penale.

L’acconto è una somma che viene pagata da una parte nei confronti dell’altra a titolo, appunto, di acconto sul maggior prezzo pattuito nel contratto. Ad esempio, Tizio porta in lavanderia un abito e lascia un acconto di 10 euro. L’acconto pagato verrà sottratto dall’importo dovuto alla lavanderia e, quando andrà in lavanderia a ritirare il suo abito “lindo e pinto”, Tizio dovrà pagare solo la differenza tra quanto già corrisposto a titolo di acconto (10 euro) e il prezzo complessivamente dovuto (ipotizziamo 15 euro): Tizio dovrà quindi pagare solo la residua somma di 5 euro. Se, poi, per un qualsiasi motivo la lavanderia dovesse restituire a Tizio l’abito non lavato (ad esempio perché la lavanderia non ha il macchinario adatto per pulire quel tipo di tessuto), Tizio potrà ottenere indietro la restituzione dei 10 euro.

La caparra confirmatoria, invece, consiste in una somma di denaro che una parte consegna all’altra a “garanzia” della serietà dell’accordo concluso e degli impegni assunti. Il codice stabilisce, infatti, che la parte che, dopo aver corrisposto all’altra una caparra confirmatoria, risulta inadempiente alle obbligazioni assunte, perde l’importo pagato a titolo di caparra confirmatoria, che sarà trattenuto dalla controparte a titolo di “risarcimento” del danno subito (ciò non succede, invece, nel caso in cui la somma fosse stata pagata solo a titolo di semplice “acconto”). Se, al contrario, ad essere inadempiente è la parte che ha ricevuto in pagamento la caparra confirmatoria, il codice prevede che la controparte (ossia quella che aveva pagato inzialmente la caparra) possa esigere dall’altra il doppio della caparra (anche in questo caso, tale meccanismo non funziona nel caso in cui la somma fosse stata pagata a titolo di “acconto”). Così, ad esempio, se Tizio paga a Caio 100 euro a titolo di caparra confirmatoria e poi risulta inadempiente, Caio potrà trattenere per sé i 100 euro ricevuti. Al contrario, nel caso in cui fosse Caio ad essere inadempiente, Tizio potrebbe chiedere a Caio 200 euro (100 euro andrebbero a “compensare” i 100 euro originariamente pagati da Tizio, e gli ulteriori 100 euro andrebbero a “risarcire” il danno subito da Tizio a causa dell’inadempimento di Caio).

La caparra penitenziale è, invece, una somma di denaro che viene pagata da una parte nel momento in cui questa decide di esercitare il suo diritto di recesso da un contratto. Ad esempio, Tizio stipula con Caio un contratto di fornitura nel quale si stabilisce che Tizio potrà recedere in ogni momento dal contratto pagando, però, a Caio una somma a titolo, appunto, di caparra penitenziale. Nel momento in cui decide di esercitare il suo diritto di recesso, Tizio deve corrispondere a Caio la somma prevista come “prezzo” o di “corrispettivo” per aver avuto riconosciuta la possibilità di esercitare il diritto di recesso.

La penale, infine, è quella somma che si prevede che una parte debba pagare all’altra in caso di inadempimento o ritardo nell’adempimento. Tizio e Caio possono, ad esempio, inserire nel contratto di fornitura che hanno stipulato una clausola dove si prevede che, se Caio ritarderà la fornitura per oltre tre giorni, questi sarà tenuto a pagare a Tizio la somma di 50 euro per ogni ulteriore giorno di ritardo nell’adempimento.

Come vedete, si tratta di quattro ipotesi simili tra loro (tant’è vero che spesso, se la terminologia utilizzata nel contratto non è quella corretta, è difficile stabilire a che titolo sia stato previsto il pagamento di una somma di denaro) ma dalla disciplina assai diversa: al pagamento dell’acconto non seguono particolari conseguenze (la parte che ha pagato l’acconto può sempre chiedere che questo le sia restituito); al pagamento della caparra confirmatoria segue il rischio di perdere la caparra se si è inadempienti o la possibilità di ottenere il doppio della caparra dalla controparte, se è questa ad essere inadempiente; il pagamento della caparra penitenziale è sempre collegato all’esercizio del diritto di recesso di una delle parti; infine, il pagamento della penale è collegato all’inadempimento o al ritardo nell’adempimento di una delle due parti.

Un consiglio: visto che si tratta di situazioni che facilmente si confondono all’atto pratico, è buona norma farsi assistere sempre da un “esperto” nella redazione e nella sottoscrizione di contratti dove si prevede che sia pagata una somma di denaro a titolo di acconto, caparra confirmatoria, caparra penitenziale o penale!

Vi aspetto alla prossima!
Francesca Bonaccorsi

Download PDF

Scritto da:

Pubblicato il: 29 aprile 2015

Argomenti: InQuadriamo il diritto, Quaderni

Visto da: 2087 persone

, , ,

Post relativi

Lascia una risposta

L'indirizzo email non verrà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *

Ricevi paginaQ per email

Ciao!
Iscriviti alla newsletter di Pagina Q
Se lo farai ci aiuterai a far vivere l’informazione nella nostra città e riceverai la versione mail del quotidiano.
Naturalmente non cederemo a nessuno il tuo indirizzo e potrai sempre annullare la tua iscrizione con un semplice click sul link che troverai in ogni nostra mail.