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A proposito di camorra a Pisa

sonny_968 - Flickr

Un contributo di Cristiana Vettori per Una città in Comune.

Giovanni Falcone diceva: segui il denaro e troverai il mafioso. Una verità che oggi trova conferma nelle indagini che hanno portato al sequestro di cinque attività di ristorazione nel territorio pisano e a Viareggio. Gli investigatori, ricostruendo i passaggi di proprietà degli esercizi sequestrati, hanno rilevato “una notevolissima sproporzione tra i capitali impiegati, per milioni di euro, e i redditi derivanti da attività economiche lecite dei soci delle società acquirenti, tutti di livello irrisorio”.

Le indagini hanno messo in luce come ingenti somme di denaro provenienti da usura, traffico di droga, rapine, estorsioni, si riversino nel nostro territorio per essere “ripulite” attraverso attività commerciali all’apparenza lecite e talvolta addirittura conosciute per la loro eccellenza: la camorra presta soldi senza chiedere interessi alti, ma pretendendo direttamente il controllo delle attività.

Le indagini riconducono al clan Contini, che fa capo al boss Edoardo Contini, uno dei leader dell’Alleanza di Secondigliano, che gestisce il traffico di coca in arrivo dalla Spagna: in Toscana agiva attraverso prestanome e persone che a vario titolo favorivano il clan.

Ormai non si tratta più di infiltrazioni ma di “ramificazioni ben strutturate, di componenti di clan camorristici che vedono la nostra regione come terra di investimenti per i proventi delle attività criminali” secondo le parole di Giuliano Giambartolomei, procuratore facente funzione di Firenze.

Una realtà preoccupante che vede il nostro territorio al centro di una fitta rete criminale e che richiede la massima attenzione e azione di contrasto attraverso la creazione di una rete partecipata da parte della società civile, della  classe politica, del mondo economico; e un’attenzione all’ingresso di ingenti somme di denaro nella nostra economia.

Dobbiamo imparare a rovesciare il detto “pecunia non olet”.

A livello istituzionale si tratta di dare piena attuazione al “Protocollo per la prevenzione ed il contrasto delle infiltrazioni malavitose nel settore del commercio e nelle attività imprenditoriali” siglato nel  novembre 2012 e sottoscritto da Prefettura, Provincia, Camera di Commercio e da tutti i Comuni pisani.

Ma si tratta anche di mettere in atto politiche che diano risposte alla crisi e favoriscano il credito bancario poiché sappiamo quanto la penetrazione mafiosa nelle attività commerciali sia purtroppo favorita negli ultimi anni dalla crisi economica e dalla difficoltà a ottenere credito dalle banche.

Cristiana Vettori

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Scritto da:

Pubblicato il: 24 gennaio 2014

Argomenti: Cultura, Economia-Lavoro, Pisa, Politica, Sociale

Visto da: 692 persone

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Una risposta a: A proposito di camorra a Pisa

  1. avatar Napocesco scrive:

    . . . quindi la stretta creditizia favoriscono attività malavitose.

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