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Quanto sta stretta la Municipale alla Sesta Porta

sestaporta

La Sesta Porta, il nuovo terminal per gli autobus che dovrebbe ospitare anche gli uffici della Sepi, la caserma della Polizia Municipale e spazi destinati al commercio, è stata oggetto di discussione ieri in consiglio comunale, dopo che nelle scorse settimane la sua situazione è passata al vaglio della commissione controllo e garanzia.

Il finale di ieri è che il consiglio comunale ha, all’unanimità, espresso forti dubbi sul progetto di trasferimento della caserma della Municipale alla Sesta Porta, evidenziando così nero su bianco tutti i punti critici di questa operazione.

La relazione della commissione – approvata poi all’unanimità – esprime una posizione non di poco conto: “La fase istruttoria non può dirsi conclusa”, scrivono i commissari, perché molti dei documenti richiesti non sono stati consegnati. Su tutti il lungo carteggio fra Sviluppo Pisa e Polizia Municipale, lungo tre anni, sulla progettazione della caserma. Ed elenca tutti i nodi da sciogliere.

La camera di sicurezza
Se per i consiglieri Auletta e Ricci (Una città in Comune/Rifondazione) la scelta di avere una camera di sicurezza gestita dalla municipale è una scelta politica “inaccettabile”, per l’assessore David Gay e per gran parte della maggioranza (esclusa Sel), la scelta sarebbe solo tecnica e coerente con il progetto. In ogni caso, secondo la relazione sarebbe stato trovato un accordo per posizionarla al piano terra, usando locali inizialmente destinati all’INGV. “Restano però forti dubbi sulla sua estemporaneità”, aggiungono i consiglieri nella relazione.

Armeria
Non era stata inizialmente prevista. È stata trovata collocazione al piano interrato ma manca ancora il nulla osta dei Vigili del Fuoco, visto che la sua collocazione è in prossimità di motori accesi e altri infiammabili.

Spazi
Il trasferimento alla Sesta Porta è stato pensato per aumentare gli spazi a disposizione della Municipale, ma non sembra questo il risultato. Nella progettazione iniziale si parlava di 2750 mq totali, di cui 1.500 per uffici, 1.000 per il parcheggio, 250 per lo spogliatoio. Nel corso dei lavori però sono state fatte delle modifiche, in particolare è stato aumentato il parcheggio di 200 mq, cosa che ha comportato la diminuzione dell’area uffici dagli iniziali 1.500 agli attuali 670 mq lordi/565 mq netti. La cosa “buffa” è che nel vecchio comando gli uffici occupavano 615 mq netti.

E al netto – è proprio il caso di dirlo – delle singole problematiche, il consiglio di ieri si è trovato a votare ben 6 ordini del giorno – quasi uno per gruppo – sull’argomento, anche se di fatto il voto unanime alla relazione della commissione controllo rappresenta l’unico indirizzo politico davvero rilevante sulla vicenda.

L’assessore Gay ha difeso il progetto: “Il progetto non si cambia. Ora va a conclusione la realizzazione di una riqualificazione importante per la città. Sulla sua efficacia dovremo continuare a verificare, ma come scrivono anche Fiorindi (Sviluppo Pisa, ndr) e Bortoluzzi le problematiche sono state risolte o sono in fase di risoluzione”.

Non la pensa così la commissione controllo, e dopo il voto di ieri nemmeno il consiglio, che con livelli di “fiducia” più o meno ampi, di fatto dice chiaramente che un problema di progettazione c’è stato, e anche bello grosso, e che in assenza di atti ufficiali non può dirsi risolto.

Foto di Q-type
Il dispositivo finale della relazione recita: “Rimangono forti dubbi sul progetto, avendo, infatti, avuto la sensazione della mancanza di una progettazione complessiva, che ha reso necessario effettuare correzioni a stralci successivi. Il fatto che ancora tutt’oggi, a così tanto tempo dalla approvazione definitiva del progetto e del piano di recupero, ci siano richieste di variazione rispetto al piano approvato, è prova della debolezza del progetto iniziale”.

“La commissione – si legge ancora – manifesta la necessità di prendere visione degli incartamenti e dell’epistolario intercorso tra il Comune di Pisa e Sviluppo Pisa, nonché tra quest’ultima e il progettista, anche al fine di poter verificare eventuali responsabilità contrattuali da parte di quest’ultimo nella realizzazione del progetto stesso”. E conclude: “Si rende inoltre necessaria una ulteriore analisi, da effettuarsi da parte degli uffici competenti, dei costi delle modifiche effettuate in corso d’opera e della messa in carico dei medesimi”.

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Pubblicato il: 24 gennaio 2014

Argomenti: Pisa, Politica, Urbanistica

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