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Ace Attorney

Un eroico avvocato difensore, pronto a tutto per difendere i suoi clienti. Un’assistente in età scolare che di mestiere fa la medium, e che può evocare la defunta tutrice del protagonista. Un giudice che sembra un incrocio tra Mastro Lindo e Babbo Natale, ma che all’occorrenza sa fare molto bene il suo lavoro. Una sfilza di procuratori canaglia, uno più assurdo dell’altro, pronti a dare battaglia sino all’ultima obiezione. Tra i due fuochi dell’accusa e della difesa, una fila di casi disperati, legalmente e umanamente, che compongono l’ossatura della serie Ace Attorney.

Sin dal 2001 Capcom sforna allegra allegra almeno un episodio ogni due anni della sua serie di avventure legali. Siccome i videogiochi vivono di astrazioni, c’è voluto qualche anno prima che il pubblico internazionale digerisse questa strampalata miscela tra avventura grafica e legal thriller, ma una volta scattata la scintilla, non ce n’è stato più per nessuno. Continuano quindi ad arrivare risposte, sotto forma di videogioco, ad una domanda che nessuno si era mai posto: cosa sarebbe successo se Tetsuya, con la sua sete di giustizia e il suo spirito ribelle, invece di pilotare il Mazinga avesse studiato legge?

Ogni episodio della serie è diviso in casi. Nelle Fasi Investigative si raccolgono indizi e testimonianze, mentre nelle successive Fasi di Dibattimento si smontano le tesi dell’accusa punto su punto, incrociando le affermazioni dei testimoni con gli elementi a nostra disposizione. Tutta la narrazione procede per colpi di scena e scontri virulenti in aula, dove ogni caso diventa una partita a scacchi serratissima tra il giovane causidico Phoenix Wright e i suoi antagonisti distrettuali.

Che siano una giapponesata incredibile (ed un cult) non ci piove, ma ciò che sorprende di questi giochi è la bontà del copione e la cura riposta in personaggi e regia, capaci di catturare il giocatore anche più di una delle qualsiasi serie tv della fava di cui tanto andate ghiotti. Quando Wright bercia “Obiezione!” in aula, la scimmia si scatena, e non è un caso se Takashi Miike, un regista già abbastanza folle di suo, ne ha tratto un film tre anni or sono. Per quei due o tre dei miei lettori che sono amanti del dato sociologggico, segnalo che lo spunto narrativo del quarto capitolo della saga prende avvio dalla reintroduzione delle giurie, nel sistema legale giapponese, avvenuta nel 2004.

La prima trilogia della serie, composta da Phoenix Wright: Ace Attorney e i successivi Justice For All e Trials And Tribulations, è disponibile in italiano per Nintendo DS e Wii (in download). La serie prosegue poi su Nintendo DS e 3DS, ma non sempre in italiano, anzi.

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Pubblicato il: 8 marzo 2014

Argomenti: Quaderni, VideogioQ

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