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OPA su SAT, forze politiche all’attacco del PD

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È diffuso e trasversale lo scontento delle forze politiche sull’esito dell’Opa su Sat lanciata dal gruppo Corporación America, Opa con cui ha già raggiunto il 52,3% e punta ora alla maggioranza assoluta. Dall’altro lato restano i soci pubblici che non hanno venduto le loro azioni, e che hanno ancora circa il 34 per cento delle azioni di SAT, quota che permette di avere diritto di veto sulle decisioni strategiche del Consiglio di amministrazione.

Forze politiche che in modo più o meno diretto riversano tutte le responsabilità sul PD e sulla mancata coerenza della Regione tra gli atti di pianificazione e le successive scelte, a partire dalla vendita delle quote regionali. Mentre oggi il sindaco Filippeschi incontrerà i lavoratori dell’aeroporto aderenti all’UGL, che si riuniscono in assemblea nel pomeriggio, il presidente della 4° commissione consiliare Diego Petrucci ha convocato il Presidente di Sat Costantino Cavallaro, e Gina Giani, amministratore delegato.

“La Commissione, come doveroso, verificherà la correttezza della gestione di questa complicata fase”, ha detto Petrucci. “È stata convocata per il giorno 18 ad OPA chiusa in modo da poter svolgere quanto più serenamente possibile il nostro ruolo di garanzia. Ho già avuto cortese conferma da parte dell’Avv. Cavallaro della Sua presenza, mi auguro che anche la dr.ssa Giani accoglierà il nostro invito”.

Dura condanna sulla gestione dell’Opa da parte di SEL, tramite la capogruppo in consiglio comunale Simonetta Ghezzani: “Senza la possibilità di aprire un dibattito sulle conseguenze della privatizzazione del sistema aeroportuale toscano, si consuma una vicenda che ha visto la città di Pisa battersi fino in fondo per scongiurare questo esito. Si è voluto colpevolmente nasconderne le ragioni politiche profonde e leggere questa lotta come espressione del campanilismo atavico tra Pisa e Firenze. Il tutto mentre la Giunta Regionale Toscana ha esautorato il Consiglio Regionale della facoltà di decidere in merito alla vendita del patrimonio azionario detenuto in SAT. Anche il rifiuto da parte del Presidente Rossi di ricevere nella giornata di lunedi 16 i rappresentanti dei lavoratori di SAT ci è parsa di una gravità inaudita”.

“Come SEL – aggiunge – abbiamo già prima del lancio dell’OPA ostile di Eurnekian posto all’attenzione del consiglio comunale il problema del doppio master plan di ADF, affiancato dalle dichiarazioni di Vito Riggio e contenente l’ipotesi della pista di Peretola da 2400 metri. Abbiamo denunciato l’imbroglio contenuto nella promessa di finanziare con soldi pubblici, 120 milioni di euro, uno scalo aeroportuale privato. Abbiamo con convinzione sostenuto gli ordini del giorno votati all’unanimità dal Consiglio Comunale di Pisa e che richiamavano i soggetti coinvolti nel patto di sindacato di SAT al rispetto degli accordi e della programmazione già esistenti con la cooperazione tra gli scali di Pisa e Firenze, il primo come aeroporto internazionale, il secondo come City airport”.

“Ma evidentemente i giochi erano fatti e le cose dovevano andare così. Si dovevano soddisfare grossi appetiti speculativi, si doveva assecondare l’ex sindaco Renzi che in cambio promette a Firenze il G7 nel 2017. Sono tempi bui per le comunità operose, per gli investimenti programmati e produttivi. Assai meglio la pioggia di finanziamento per opere inutili, mentre si taglia sul trasporto pubblico locale e non si investe nella tratta ferroviaria Pisa Firenze. E ora rimane ancora da far valere il potere di governo del territorio da parte degli enti locali. Siamo sicuri che si debba a questo punto votare la variante al PIT con la pista da 2000 metri? La regione riveda i propri atti programmatori nell’interesse dei distretti produttivi in essere e del territorio. Noi continuiamo a sostenere che il Parco agricolo della piana di Sesto debba essere tutelato, che non si debbono buttare soldi pubblici, che gli scali di Pisa e Firenze debbano rimanere complementari e non in competizione. Nessuna fusione dovrà essere concessa. I soci pubblici detengono ancora una quota azionaria che consente di impedire questa operazione. Attraverso i nostri parlamentari ci batteremo contro lo sperpero di denaro pubblico per il finanziamento dello scalo di Peretola”.

Attacco diretto al PD dai parlamentari toscani del Movimento 5 Stelle Alfonso Bonafede, Massimo Artini, Marco Baldassarre, Chiara Gagnarli, Samuele Segoni, che scrivono: “Quelle del Partito Democratico di Pisa sono solo lacrime di coccodrillo. Il Pd toscano sta recitando troppe parti in commedia: a Firenze spinge per la privatizzazione della società, mentre a Pisa finge di essere contrario alla vendita delle quote pubbliche di Sat. Con l’unico obiettivo di non perdere la faccia, ben sapendo che la battaglia è ormai perduta”.

“Il Partito Democratico che a Pisa è contrario alla politica del governatore Rossi e di molti altri sindaci toscani, fra cui Massa e Carrara di vendere le quote pubbliche di Sat, è il medesimo che raggranella i finanziamenti pubblici per tagliare fuori dalla rete ferroviaria lo scalo pisano, attraverso il people mover. Sat è una società quotata in borsa con logiche strumentali al Partito Democratico: sono presenti nel CdA come piccoli soci,tutti quei Comuni e quelle Province in cui da sempre governa Pd stesso. Non è un caso che il Comune di Lucca – amministrato storicamente dal centrodestra – non sia presente ma lo sia la Provincia. I cda per anni sono stati solo poltrone da spartire”.

“La guerra di facciata contro le vendite delle quote pubbliche serve solo a contenere l’opinione pubblica ma l’unico scopo è quello di tutelarsi la poltrona”, aggiungono i parlamentari grillini. “In tutti questi anni abbiamo assistito a un progressivo impoverimento dei collegamenti ferroviari per Firenze e per Livorno, andando inesorabilmente verso la privatizzazione e il taglio dei servizi. Il sindaco di Pisa ci dica perché non si è stracciato le vesti quando i pendolari lamentavano i tagli ai collegamenti? Perché non si è indignato quando lo scalo è stato immunizzato con tagli chirurgici fatti al sistema infrastrutturale tirrenico. Perché il Pd non si è battuto quando Livorno veniva estromessa dal traffico delle crociere andando a portare il flusso dei croceristi a Genova? Adesso che l’ultima foglia di fico rimasta al Pd pisano e toscano è caduta – concludono i parlamentari toscani – chiediamo coerenza nella gestione delle grandi infrastrutture toscane e del trasporto pubblico locale. Chiediamo che sia finalmente messa a sistema la gestione delle infrastrutture, dall’aeroporto, al porto, dalla dorsale tirrenica al sistema ferroviario,  in un’ottica di vera  programmazione. Il fallimento della politica perseguita in questi anni è sotto gli occhi di tutti”.

Attacco al PD infine da Una città in Comune – Rifondazione Comunista: “Si è compiuta l’ennesima privatizzazione targata Partito Democratico”, scrive la lista civica, “che ormai evidentemente considera la democrazia come un fastidioso intralcio al “fare”: il Consiglio Regionale è stato estromesso sia dalla discussione sia dalla deliberazione su questa materia. Si attua una privatizzazione folle: a dispetto di quanto si afferma nella delibera, una Regione Toscana ridotta alla sola Giunta ha spinto a favore di un processo che nega di fatto l’integrazione dei due aeroporti toscani. Infatti la svendita della maggioranza pubblica della SAT dà ad Eurnekian la possibilità di utilizzare a piene mani gli utili del “Galilei” per potenziare Peretola in un’ottica che riguarda solo il suo interesse privato. Con questa scelta il PD e la maggioranza che sostiene Rossi si sono quindi assunti gravi responsabilità”.

“Si tutela un interesse privato contro un interesse pubblico – aggiunge – prefigurando anche un’ingente spesa pubblica: con la variante al PIT che permette la realizzazione della nuova pista di Peretola si apre uno scenario in cui lo Stato dovrà investire oltre 120 milioni di euro per la messa in sicurezza del territorio. Senza voler sottolineare le gravi ricadute ambientali sulla Piana di Prato”.

Concludono sottolineando che “la variante al PIT deve essere stralciata”, atto che sarebbe l’unico “di responsabilità possibile per tutelare l’interesse pubblico e il territorio, che altrimenti sarebbe devastato da una nuova grande opera inutile, come sarebbe la pista da 2.000 metri (e tanto più quella da 2.400 metri, che oggi ci viene prospettata come la vera opzione). Su questo voto si misurerà davvero la coerenza delle scelte, al di là delle parole, dei comunicati o degli interventi pubblici”.

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Pubblicato il: 18 giugno 2014

Argomenti: Economia-Lavoro, Pisa, Politica

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