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Una “palestrina intelligente” in aiuto dei bambini prematuri

palestrina

Una sperimentazione coordinata dagli esperti della Stella Maris che ha coinvolto venti bambine e bambini natu prematuri al Santa Chiara di Pisa

Una “palestrina intelligente” per aiutare i neonati prematuri a ridurre il rischio di sviluppare disturbi neuropsichici “giocando” a casa con i genitori, stimolando lo sviluppo del cervello e della mente. Giochi sensorizzati, simili a quelli con cui i neonati giocano quando sono in culla o nel box ma con un valore aggiunto: la tecnologia che racchiudono. Sensori e rilevatori che tengono sotto controllo alcuni parametri della postura e della manipolazione, fondamentali per lo sviluppo dei bambini. I dati vengono trasmessi al centro clinico dove i medici seguono il loro andamento, suggerendo le attività più adeguate al loro sviluppo.

La prima fase di sperimentazione della palestrina, sviluppata nell’ambito del progetto europeo CareToy frutto di una collaborazione internazionale fra università e industrie, con il coordinamento dell’Istituto di BioRobotica della Scuola Superiore Sant’Anna di Pisa, ha portato con sé riscontri positivi e incoraggianti.

La fase pilota della sperimentazione clinica, coordinata dagli esperti della Fondazione Stella Maris, ha coinvolto un primo gruppo di venti famiglie e bambini, tutti nati prematuri presso il reparto di Neonatologia del Santa Chiara di Pisa, diretto da Antonio Boldrini, e presso un centro analogo a Copenhagen, in Danimarca.

palestrina2Le venti famiglie hanno potuto sperimentare la “palestrina” per un mese nelle proprie case. I primi dati ottenuti hanno indicato modifiche positive nello sviluppo motorio dei bambini e un buon gradimento da parte delle famiglie, le quali hanno anche suggerito ulteriori sfide tecniche utili a misurare i parametri più significativi e a rendere la palestrina utilizzabile su larga scala. Risultati preziosi per la successiva fase di sperimentazione, peraltro già iniziata e che si concluderà nella prima metà del 2015.

I risultati della prima sperimentazione sono stati anticipati durante il workshop internazionale alla Scuola Superiore Sant’Anna e sono stati divulgati in occasione della “Giornata internazionale del bambino pretermine”. Oltre alla Scuola Superiore Sant’Anna, CareToy vede la partecipazione di sei ulteriori partner distribuiti in quattro paesi europei: Irccs Fondazione Stella Maris di Calambrone (Pisa), le università di Lubiana (Slovenia) e di Amburgo (Germania), il Centro di neuroscienze riabilitative “Helen Elsass” (Danimarca), le aziende STMicroelectronics e MR&D.

“Il progetto CareToy – spiega Paolo Dario, Direttore dell’Istituto di BioRobotica della Scuola Superiore Sant’Anna – in questo momento si trova nella fase più cruciale, quella della sperimentazione clinica, e vede ben sei sistemi lavorare in parallelo, tre in Italia e altrettanti in Danimarca. Con questo progetto abbiamo cercato di mettere in pratica la ‘Carta dei diritti del bambino pretermine’, in particolare l’articolo 8 che sottolinea come ‘il neonato prematuro abbia diritto alla continuità delle cure post-ricovero, perseguita attraverso un piano di assistenza personale esplicitato e condiviso con i genitori, che coinvolga le competenze sul territorio e che, in particolare, preveda, dopo la dimissione, l’attuazione nel tempo di un appropriato follow-up multidisciplinare, coordinato dall’équipe che lo ha accolto e curato alla nascita e che lo sta seguendo’. Utilizzando le moderne tecnologie ict (information communication technology) il progetto CareToy ha dunque predisposto una piattaforma che consente di stimolare lo sviluppo del cervello e della mente del bambino”.

“I risultati della prima fase pilota della sperimentazione – ricorda Giovanni Cioni, Direttore scientifico dell’Irccs Stella Maris – in cui i bambini coinvolti sono stati ‘testati’ direttamente nelle loro case, sono incoraggianti, ma richiedono naturalmente molte altre conferme e miglioramenti tecnici prima di pensare di proporre l’uso di questo strumento in sperimentazioni più ampie. Moltissimo lavoro di validazione è ancora necessario. Siamo tuttavia fiduciosi che, dopo aver completato lo studio completo che è in corso, potremmo dimostrare che un ambiente arricchito può migliorare la prognosi di questi bambini a rischio. Gli stimoli sono il cibo, gli autentici farmaci per il nostro sistema nervoso. CareToy permette di fornire questi stimoli, in maniera giusta ed appropriata, non soltanto presso i Centri specializzati ma, attraverso il gioco, permette alle famiglie di proseguire la stimolazione del bambino a casa mentre lo staff clinico può personalizzare da remoto le attività più adeguate”.

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Pubblicato il: 18 novembre 2014

Argomenti: Salute - Sanità, Tech

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