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Legge sulla casa, tensioni in Consiglio. Non passa la richiesta di rinvio

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Nonostante l’invito a partecipare alla discussione aperta, assente l’assessore regionale Stefania Saccardi. Non passano le richieste di sostenere il rinvio della legge alla prossima legislatura per consentire un confronto con i sindacati degli inquilini


Nessuna richiesta di rinvio della riforma della legge regionale sulla casa sulla casa arriverà da Pisa, solo alcune osservazioni e la richiesta di emendare diverse criticità contenute nella riforma della legge del 1996.
Questo l’esito di una lunga discussione aperta che ieri ha visto confrontarsi in Consiglio comunale anche i movimenti per la casa e i sindacati degli inquilini.
A confrontarsi sono state di fatto due posizioni: quella che chiede che da Pisa si prenda una posizione decisa nel chiedere il rinvio della riforma della legge fino all’elezione del nuovo consiglio, anche per consentire un confronto sulla legge Saccardi. E quella che pur ritenendo necessari correttivi, sostiene la necessità di procedere alla sua approvazione ritenendo valido il suo impianto complessivo.

casa_7Grande assente dalla discussione Stefania Saccardi, che nonostante l’invito a partecipare alla seduta di ieri ha fatto sapere che non avrebbe preso parte al confronto dato che la legge era ormai fuori dalle competenze della Giunta, passando all’esame della commissione consiliare competente e dunque del consiglio regionale. A comunicarlo Ranieri del Torto, presidente del consiglio comunale: “L’assessore scrive che se il Consiglio comunale di Pisa avrà rilievi da fare potrà comunicarli al Consiglio regionale”.

Quasi tre ore di discussione dove non sono mancante tensioni e scontri verbali tra i Comitati di quartiere e gli attivisti di Prendocasa nei confronti e i consiglieri di maggioranza e della Giunta. In particolare quando ad essere respinti sono stati gli ordini del giorno che chiedevano il rinvio della legge, e quando è stato approvato quello presentato dal PD in cui si valuta positivamente la volontà di riforma, pur evidenziando alcune problematiche (che però anche i sindacati degli inquilini hanno ritenuto insufficienti): a quel punto i cartelli di protesta sono diventate palle di carta lanciate fra i banchi della maggioranza.

Impossibile per Lisa Cioncoini illustrare l’ordine del giorno di cui era prima firmataria per l proteste degli intervenuti, che al momento del sì hanno fatto sentire la voce al grido di “vergogna”.

 

 

Ad aprire la discussione, dopo l’illustrazione della riforma di legge da parte dell’assessore Ylenia Zambito, Daniele Cosci del Sicet, che ha espresso una posizione critica: “Questa legge non risponde all’esigenza e alle istanze dei cittadini senza casa”. Se da più parti è stato chiarito che della riforma di una legge pensata ormai quasi 20 anni fa c’è bisogno, ciò che viene messo in evidenza come ha detto lo stesso Cosci è “la necessità di rimandarne l’approvazione alla prossima legislatura in modo che ci sia il tempo di fare approfondimenti e di mettere in atto un vero confronto sui rilievi che vengono fatti”.
Fra i punti ritenuti più critici il maggior punteggio che viene assegnato per la presenza di problemi socio-sanitari rispetto ai problemi abitativi”.
“Non diciamo che non si debba favorire chi ha problemi di questo tipo – gli ha fatto eco Virgilio Barachini dell’Unione Inquilini – ma non si possono lasciare al margine le altre persone”
Critiche vengono poi fatta alla norma che prevede che in caso si entri “in possesso di beni immobili, un garage ad esempio, si perda il diritto alla casa popolare”.
Concorda su questo punto anche la stessa Ylenia Zambito, il PD e il presidente di Apes LorenzoBani, che hanno rilevano la necessità di legare questo punto a un valore catastale dell’immobile: “Un emendamento – afferma Ylenia Zambito – che la commissione regionale starebbe recependo”.

Sotto accusa poi, come ha spiegato Luca D’Onofrio del Sunia “il non riconoscimento di punti per chi subisce uno sfratto per morosità incolpevole o per finita locazione”, ma anche l’introduzione dell’ISEE nel sistema di valutazione dei redditi ai fini dlel’Erp per cui i sindacati degli inquilini chiedono “una sospensione transitoria”.
Critiche poi all’introduzione del requisito di residenza per un periodo non inferiore ai 5 anni per poter partecipare a bando: una norma che se inizialmente era legata al territorio comunale, sembra essere stata allargata a quello regionale.

Fra i provvedimenti che sindacati ritengono siano da rivedere è l’esclusione dai bandi per e case popolari per coloro che hanno occupato alloggi popolari e privati. Questo sebbene i sindacati chiariscano la loro contrarietà all’occupazione di case pubbliche, così come il Movimento 5 Stelle ha ribadito la sua generale contrarietà all’occupazione sottolineando però che non per questo si devono “attuare misure punitive di questo tipo”.

“Se restringiamo i requisiti – ha sottolineato D’Onofrio – non diminuiamo i bisogni”

casa_4Una posizione nettamente contraria verso a legge Saccari è stata espressa dal Coordinamento dei Comitati di quartiere: “Questa riforma aumenterà gli sfratti – ha detto Stefano Cavallacci – portando famiglie in difficoltà a rivolgersi al mercato privato che ha prezzi insostenibili. Ciò che serve sono più risorse e più case, mentre questa legge non fa altro che diminuire il numero di coloro che potranno accedere agli alloggi popolari”.
“Chiediamo – ha concluso – che il Comune e la politica pisana prendano una posizione contro questa legge e che non permettano un massacro sociale. Chiediamo che si faccia pressione istituzionale e politica per evitare che questo accada”.

Stralciata dalle riforma di legge l’aumento dei canoni di affitto delle case popolari, per cui in attesa di una revisione complessiva è stato però innalzato il canone delle fascia minima che passa da 12,9 euro a 40 euro. Una decisione criticata dallo stesso Lorenzo Bani che l’ha definita “un elemento debole in assenza di una ridefinizione complessiva”.

Resta però per Zambito, Bani e il gruppo consigliare di maggioranza la necessità di proseguire per giungere all’approvazione della nuova legge regionale sulla casa entro la fine della legislatura. “La logica del rinvio – ha affermato Ylenia Zambito – è una delle cause che ha contribuito ha portare l’Italia nella situazione attuale di difficoltà”. La legge poi, una volta approvata “potrà comunque essere sottoposta a ulteriori modifiche”.
Se si ritiene positivo l’introduzione dell’ISEE per determinare gli accessi al bando, la previsione di poter attuare cambi di appartamenti fra le famiglie per evitare il sovraffollamento, per garantire che “lo sfratto non venga usato come mezzo per scalare le graduatrie”, l’ordine del giorno approvato dalla maggioranza chede che i consiglio regionale correga alcune criticità.
Come le norme molto restrittive previste in caso di variazione del nucleo familiare: “Se è bene combattere il fenomeno dell’ereditarietà delle case polari, i meccanismi previsti oggi appaiono eccessivi” ha detto Ylenia Zambito.
Ritenuta poi da rivedere la decadenza del diritto determinata dal possesso di qualsiasi proprietà, così come è ritenuto “eccessivo cancellare del tutto i punteggio per sfratto”.

Diversa la posizione di Una città in comune – Prc, Movimento 5 Stelle, Sel, Gruppo Misto e anche NCD che con ordini del giorno respinti avevano chiesto il rinvio della legge, sostenuto anche dai sindacati e dai movimenti presenti.
Così come non hanno trovato riscontro nell’ordine del giorno presentato dal Partito Democratico alcune delle criticità evidenziate in un accordo unitario da Cgil, Sunia, Sicet e Unione Inquilini: la non esclusione dai bandi per chi ha meno di 5 anni di residenza nel territorio, la non esclusione dai bandi per le case popolari per chi ha occupato un alloggio provato, la sospensione transitoria dell’ISEE.

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