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Rifiuti. Per i lavoratori in subappalto poche certezze e tanta preoccupazione

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Qualche prima rassicurazione l’hanno avuta solo i lavoratori di AVR, ma è magra se si pensa alla quantità di lavoro esternalizzato che c’è nel settore. Il 23% del monte ore totale, secondo quanto fotografato dall’Ato Costa, che questa mattina in commissione consiliare ha affrontato la questione degli addetti alla gestione dei rifiuti urbani e del loro futuro, vista la gara aperta per il nuovo gestore.

Nelle scorse settimane lo scenario è cambiato, con una gara aperta, appunto, alla quale stanno partecipando 7 soggetti in attesa di risposte, e un quadro politico molto confuso, con i Comuni che non riescono a trovare un accordo sulla gestione dei rifiuti urbani. E così, dopo lo stop alla gara chiesto dal sindaco di Livorno Filippo Nogarin e dopo l’assemblea dei Comuni, che ha preso tempo sulla scia di questa stessa richiesta, oggi il quadro disegnato dal sindaco di Pisa Marco Filippeschi e dal direttore di Ato Costa Franco Borchi, è ancora incerto.

Oggetto della commissione, la ricognizione dei lavoratori che fanno parte degli attuali 14 gestori dislocati fra le province di Pisa, Lucca, Livorno, Massa Carrara, oltre a quelli esternalizzati, e il modo in cui verranno ricompresi dal nuovo gestore una volta terminata la gara. Tra loro, i lavoratori di AVR presenti anche questa mattina in commissione.

A introdurre la discussione il sindaco Marco Filippeschi: “Questo processo ha costi importanti, che però produrranno degli effetti positivi a lungo termine. Abbiamo vissuto fino ad ora una difficoltà nel rapporto fra Comuni. Siamo partiti con l’idea di investire in un nuovo impianto di termovalorizzazione a Livorno, e la contestuale dismissione dei vecchi impianti. Però non è stata trovata nessuna localizzazione e si è quindi tornati alla vecchia pianificazione, con il progetto di revamping di Ospedaletto”.

“Se nella gara si fanno risparmi si può garantire anche il lavoro – ha aggiunto – per questo è importante che i comuni prendano una decisione. In questi giorni ci sarà il direttivo di Ato Costa; per ora abbiamo deciso di prendere una breve pausa per riallineare le posizioni, ma non possiamo perdere tempo”.

Ha preso quindi la parola il direttore Franco Borchi: “L’analisi che è stata fatta sul personale fotografa la situazione al primo maggio di quest’anno, ovvero 8 mesi prima dell’affidamento del servizio al nuovo gestore. Su 14 gestori il personale totale è composto da 1653 unità, di cui 1411 a tempo indeterminato, 109 a tempo determinato e 133 stagionali”.

Gli esternalizzati ammontano al 23% “del monte ore totali”, dice Borchi, senza però quantificare in unità di personale questa percentuale che è molto alta. Non è quindi chiaro nemmeno ad Ato Costa forse, quante persone effettivamente siano coinvolte in questo conteggio, ed è invece un dato importante visto che su di loro pende l’incertezza di eventuali riassunzioni in subappalto, o nel peggiore dei casi, la prospettiva dell’esubero.

Che non saranno integrati nella gara sembra però un dato certo: “Gli altri ATO hanno stretto accordi anche con i sindacati, in modo da prevedere questo personale nel nuovo gestore. Una scelta che mi sembra debordante rispetto al ruolo degli ATO – dice Borchi – perché a mio avviso starà al nuovo gestore decidere in che misura assorbire questo personale”. Se quindi gli altri ATO, su scelta dei Comuni, hanno deciso di porre sin da subito dei paletti protettivi per i lavoratori esternalizzati, l’ATO Costa non vuole procedere in questa direzione: “Per noi è il nuovo gestore l’unico titolato a fare scelte di questo tipo, mentre i Comuni possono stabilire dei principi in questa fase ai quali il nuovo gestore dovrà attenersi”.

Più che timore di ruolo debordante, in questo caso si può parlare di abdicazione visto che la sola indicazione “di principi” non è affatto garanzia di tutela dei posti di lavoro. Sulla qualità di questi stessi posti di lavoro occorre aggiungere un elemento: com’è noto sono diverse le tipologie contrattuali con cui i lavoratori dei rifiuti vengono assunti. Secondo quanto afferma Borchi “ci sono cooperative che hanno espressamente chiesto di non essere inserite nella gara, perché sarebbero costrette ad applicare il contratto dell’igiene ambientale”, molto più costoso dell’attuale multiservizi. Non solo quindi sono esclusi da garanzie, ma in qualche modo sono destinati a rimanere lavoratori di serie B, che a parità di mansione con i colleghi “interni”, guadagnano meno e con più precarietà.

L’unica notizia positiva arriva per i lavoratori di AVR, che gestiscono il servizio di pulizie e raccolta rifiuti a Pisa per conto di Pisamo, società in house del Comune. Questi non verranno considerati in subappalto ma rientreranno nel quadro dei servizi gestiti direttamente dai Comuni, e quindi, destinati a entrare direttamente nel nuovo gestore.

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Pubblicato il: 24 luglio 2014

Argomenti: Ambiente, Economia-Lavoro, Pisa, Politica

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