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Regionali: SEL chiama il PD, che non risponde. Tranne i civatiani

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Nel gioco delle alleanze pre-elettorali SEL tasta il terreno per una riconferma dell’alleanza con il PD, nonostante qualche scaramuccia e voto contrario. Ma il PD quei voti contrari se li è legati al dito e non è affatto scontato che voglia correre insieme. Tranne i civatiani, che tramite Luciano Modica accolgono la proposta per un centro sinistra allargato


SEL chiama il PD, ma il PD non risponde. Anzi lo fa, ma non è proprio un invito a cena quello che esce dalle parole del segretario toscano Dario Parrini. Si avvicinano le regionali e nel tentativo di chiarire coalizioni e alleanze, tra i due partiti del centro sinistra qualcosa si è rotto e sembra difficile che si vada ad una ricomposizione, a eccezione del nodo civatiani.

Negli scorsi giorni il coordinatore regionale di Sinistra Ecologia e Libertà, Giuseppe Brogi, e il consigliere regionale Mauro Romanelli, in una conferenza stampa hanno fatto un bilancio della legislatura 2010-2015 e presentato la Carta d’intenti per un progetto di Toscana del futuro.

“Vogliamo offrire a tutte le donne e gli uomini che si riconoscono nei valori della sinistra una chance positiva, vogliamo fare in modo che le prossime elezioni siano una scelta segnata non dal rancore, dalla rassegnazione o, peggio, dall’astensione, ma un’occasione per difendere la qualità ed innovare i caratteri unici della nostra Toscana”, hanno detto.

“SEL – dicono Brogi e Romanelli – è una forza che sta crescendo e che vuole guardare al futuro con serietà: per questo abbiamo messo nero su bianco, unica forza politica, un’analisi dei risultati della legislatura che si avvia a conclusione e che ci ha visti parte della maggioranza a sostegno di Enrico Rossi; al contempo, abbiamo dato vita ad una Carta d’intenti per definire la nostra idea di Toscana del futuro”.

A Parrini che li ha accusati di essere irresponsabili per aver votato contro alcuni atti della maggioranza, replicano di essere stati piuttosto “liberamente responsabili”. “Siamo stati pronti a dire sì quando era giusto dire sì – spiegano – e abbiamo detto no quando era doveroso dire no. Anche sulla base di questa esperienza, ci rivolgiamo a tutte le forze democratiche e di sinistra, cui proponiamo la nostra Carta convinti che prima di parlare di programmi sia necessario definire un’idea di Toscana, un progetto che faccia dei suoi ‘per’ i punti cardinali di una bussola politica buona e progressista. Bella, operosa, giusta, solidale: così deve essere la Toscana di domani, così sarà la Toscana che vogliamo costruire!.

“A questo proposito – concludono – poniamo al PD una semplice domanda: siete disponibili a condividere questa idea di Toscana in un’alleanza di centrosinistra oppure pensate di fare da soli in nome dell’autosufficienza?”. La seconda, forse. O in alternativa c’è sempre un’alleanza con il centro destra che governa a livello nazionale e che in Toscana ha dato vita all’accordo sulla legge elettorale. Non è definito, ma di certo Parrini rispedisce al mittente l’ultimatum di SEL e dalle pagine del Corriere snobba il partito di Vendola: “Decideremo sulle alleanze dopo il confronto interno al partito”.

Intanto Luciano Modica cerca di riaggiustare il tiro e offre qualche riflessione a partire dai cambiamenti istituzionali che ci aspettano, ancor prima delle alleanze: “È positivo che il dibattito politico cominci ad animarsi. Le elezioni regionali di maggio 2015 sono particolarmente importanti e non vanno sottovalutate. La riforma costituzionale del Governo Renzi, in corso di approvazione in Parlamento, è destinata infatti a mutare profondamente l’assetto delle autonomie: un nuovo ruolo maggiorato assegnato alle Regioni e un nuovo equilibrio da trovare nella ripartizione delle competenze e delle responsabilità tra Regioni, Comuni e loro aggregazioni. Qual è l’indirizzo programmatico su questi temi che le forze politiche toscane indicheranno agli elettori? Quali le idee e le priorità?”

All forze dell’area progressista dice che “nessuna può ritenersi autosufficiente su scenari di così grande portata, nessuna è indispensabile. Da un confronto leale e approfondito si esce tutti arricchiti, purché sia un confronto sui programmi, non sulle persone. Solo dopo aver condiviso un programma si cercherà la persona più adatta a realizzarlo. È questo che i cittadini chiedono ad una politica schiettamente democratica. Senza di questo antipolitica e astensionismo sarebbero purtroppo destinati a prevalere”.

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Pubblicato il: 17 gennaio 2015

Argomenti: Pisa, Politica

Visto da: 1169 persone

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3 risposte a: Regionali: SEL chiama il PD, che non risponde. Tranne i civatiani

  1. avatar Tony scrive:

    Ma SEL su quanti fronti vuole stare? Da una parte cerca Syriza per paura che Rifondazione Comunista faccia la sua politica di sinistra senza SEL. Dall’altra cerca poltrone sicure alleandosi di nuovo con il PD.
    Francamente non abbiamo bisogno dei trasformisti di SEL:

  2. avatar Francesco scrive:

    Scommettiamo che va così? SEL corteggia il PD fino all’ultimo, il PD non la considera, infine viene messo su un baraccone in stile lista Tsipras in cui Sel si infila obtorto collo perché non ha alternative e cerca in tutti i modi di far passare i “suoi”, fregandosene del progetto, per poi smollare i compagni di strada con qualche pretesto e rimettersi a corteggiare il PD.
    Nel frattempo a sinistra fra un politicismo e l’altro si dorme e ci si ritroverà a fare le cose all’ultimo momento, ovviamente male, giustificandosi con “eh ma non c’era tempo”, come se le elezioni arrivassero a sorpresa.

  3. avatar Francesco scrive:

    Cose già viste in altri territori, dove il pd non rispetta gli alleati, anzi gli alleati devono essere “responsabili”, ovvero genuflettersi al democraticismo del pd.

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