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Pisa. Resta alta la percentuale di irregolarità

lavoro

La lista dei numeri spaventa sempre per la sua freddezza, ma porta con sé letture e significati molto concreti. Parliamo dei dati sulle attività della Direzione Territoriale del Lavoro (Dtl) del 2013, presentati ieri dal direttore Annamaria Venezia.

Attività ispettive
Sulle 1259 ispezioni effettuate, il 44% ha presentato irregolarità. Un terzo circa dei lavoratori coinvolti nelle attività ispettive è risultato irregolare: 454 su 1383, cui vanno aggiunti 198 lavoratori in nero.
I settori sui si sono concentrate le attività sono stati l’industria (con 93 ispezioni), l’edilizia (628), il commercio e terziario (511) e l’agricoltura (27). Le irregolarità sono diffuse non solo nella manodopera ma anche nel personale impiegato, dove una percentuale piuttosto elevata – il 44% – è stato trovata totalmente in nero. Si parla di 1203 lavoratori coinvolti nelle ispezioni in tutto, di cui 454 irregolari e 198 in nero.
1652 gli illeciti amministrativi riscontrati e 316 le notizie di reato e prescrizioni. Circa l’80% di queste ultime riguarda il settore della prevenzione degli infortuni sul lavoro, e  si può leggere un collegamento diretto fra lavoro irregolare e infortuni. Quasi 1,4 milioni di euro le sanzioni irrogate, di cui 141.707 già riscosse.

Rateizzazione delle sanzioni Per le sanzioni amministrative è possibile richiedere una rateizzazione. Gli importi variano a seconda della situazione e del tipo di sanzione erogata, in ogni caso dalla Dtl informano e consigliano l’uso di questo strumento per le aziende che vogliono regolarizzare la propria posizione, anche per sanzioni non particolarmente alte. Gli importi delle sanzioni relative al 2013 vanno infatti dalle 250 euro alle 50.580 euro, mentre quelli delle rate vanno dalle 20,82 euro alle 1.685.

Conciliazioni
La conciliazione è uno strumento fortemente incentivato dalla Dtl laddove possibile, ma spesso soggetto alla diffidenza di molti datori di lavoro. Sulle 624 richieste di intervento pervenute, è stato attivato un tentativo di conciliazione in 145 casi. Di questi 57 hanno raggiunto un accordo, 63 no. Un dato rilevante è quello delle conciliazioni a seguito di licenziamento per giustificato motivo oggettivo. Tra le istanze pervenute, sono 570 quelle presentate dalle aziende che potevano sceglierla in modo facoltativo; di queste 356 sono andate a buon fine, 85 hanno avuto esito negativo, e in 125 casi le aziende non sono comparse al momento del confronto. I tentativi di conciliazione sono andati peggio per le aziende sopra i 15 dipendenti. In questo caso, delle 183 istanze presentate, 80 sono state conciliate.

Interventi a sostegno dei soggetti deboli
Una specifica attenzione è stata dedicata a quei fenomeni di lavoro che non determinano immediati introiti economici sul piano contributivo e sanionatorio, ma che hanno un rilevantissimo impatto sul piano più strettamente sociale. Qui vediamo le 739 autorizzazioni all’astensione al lavoro delle lavoratrici madri – autorizzazioni che in alcuni casi sono state precedute da ispezioni, laddove le aziende non presentavano le documentazioni richieste, 155 convalide di dimissioni delle lavoratrici madri.
Sempre da parte delle lavoratrici madri, un numero molto rilevante riguarda le domande di intervento: 841 in tutto il 2013, di queste 739 riguardano condizioni o ambiente di lavoro non idonei, 49 non sono state accolte e 56 sono in giacenza, in attesa di documentazione da parte delle aziende.

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Pubblicato il: 15 gennaio 2014

Argomenti: Economia-Lavoro, Pisa

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