Il film capolavoro di Orson Welles l’abbiamo visto tutti e chi non l’ha visto lo guardi subito. È ricordato per le controversie suscitate sulla supposta ispirazione per il personaggio principale al magnate dell’editoria William Randolph Hearst
Sicuramente col titolo italiano questa volta (titolo originale Citizen Kane). Il film capolavoro di Orson Welles mi sembra adatto per chiudere, purtroppo, questa bella avventura di videoteQue con paginaQ. Adatto non per come va a finire la storia – un finale un po’ drammatico, ma semplicemente perché è considerato da molti uno dei migliori film della storia del cinema e perché parla di editoria.
Quarto potere l’abbiamo visto tutti e chi non l’ha visto lo guardi subito, insieme a tutti gli altri pochi film di Welles. Quest’ultimo aveva 25 anni quando ha scritto (insieme a Herman J Mankiewicz), girato e interpretato questo film. ll film è ricordato per le controversie suscitate a quel tempo (uscì nei cinema nel 1941) sulla supposta ispirazione per il personaggio principale (Charles Foster Kane) al magnate dell’editoria William Randolph Hearst. Welles un po’ lo negò un po’ disse che essendo Hearst un personaggio pubblico non poteva impedire che un autore si ispirasse a fatti della sua vita. Hearst, dal canto suo, proibì che il film fosse anche solo nominato nei suoi giornali. Quando uscì, comunque, nonostante il grande favore della critica, Quarto potere non ebbe un gran successo di pubblico, non guadagnò molti soldi e finì presto nel dimenticatoio. Furono i soliti francesi dei Cahiers du cinéma ha ripescarlo e rivalutarlo. Il film infatti è una lezione continua di tecniche cinematografiche: inquadrature originali, come quelle dal basso, uso della luce, uso della profondità di campo, piani sequenza, costruzione con flashback, e altro ancora.
Eccoci quindi ai saluti. Non so chi abbia letto i miei pensierini sui film della settimana, o se i miei pensierini e consigli di visione siano piaciuti o seguiti; posso dire che io mi sono letta e seguita assiduamente e grazie a videoteQue mi sono guardata un film alla settimana, scelto con cura e sul quale qualche volta di più e qualche volta di meno ho poi riflettuto. In questo anno e mezzo quasi, ho scoperto qualche film di cui non avevo proprio sentito parlare, come l’ultimo 52 weeks o il bosniaco Neve; ho capito qualcosa di più della Prima Guerra Mondiale; mi sono rifatta gli occhi e lo spirito con Gian Maria Volonté; e ho riempito le mie lacune di cinema italiano. Mi mancherà molto quindi videoteQue, ma come dice l’editoriale questo è un arrivederci.
“non condivido le tue idee ma mi batterò fino alla morte affinché tu possa esprimerle” è il vostro motto, vero?
ah ah ah che ignobili furbetti che siete, e che etica di giornalismo poi