“Il Museo dell’Opera del Duomo tornerà ad essere il Museo dell’Opera”. Così il professor Marco Collareta commenta il progetto di riallestimento del museo in piazza dei Miracoli, che sarà caratterizzato in modo forte dalla scultura pisana, medievale in particolare ma non solo.
Due anni di chiusura e circa 2,5 milioni di euro per una riorganizzazione che vuole “raccontare la storia tutta di una Cattedrale che funziona ancora oggi”.
Alla base del nuovo progetto alcune esigenze e richieste avanzate dalla deputazione dell’Opera che ridisegnano i percorsi e ammodernano le modalità di presentazione. A partire dalla necessità di inserire nel percorso museale nuove opere scultoree provenienti dalla Cattedrale e dal Camposanto, che sono state rimosse per motivi conservativi e sostituite con copie, come il gruppo scultoreo che decorava il timpano della facciata della Cattedrale composto dalla Madonna col Bambino, attribuito ad Andrea Pisano, ma anche il ritrovato corredo funebre dell’Imperatore Arrigo VII ed altre opere attualmente in deposito nei magazzini dell’Opera ritenute idonee ad essere esposte in ambito museale.
C’è poi la volontà di far percepire tutto il piano terra del museo come una grande spazio unitario che riunisce un insieme di sculture medioevali quasi unico al mondo e di dedicare al piano primo tre grandi sale monotematiche al Crocifisso Borgognone, al Grifo islamico e alla Madonna Eburnea di Giovanni Pisano.
In questa operazione di ammodernamento ad essere rinnovate saranno anche le modalità di presentazione delle opere, sia l’allestimento delle varie sale dunque, che i contenitori delle opere, la loro illuminazione e la didattica. Maggiori poi gli spazi a servizio dell’utenza con un bookshop e un’area dedicata alla sosta e al ristoro.
A dettare la decisione di procedere a una ristrutturazione degli ambienti anche necessità conservative: alcune sale saranno dotate di impianti di climatizzazione atti alla conservazione delle opere esposte. Così come ad essere rifatti saranno gli impianti elettrici, antincendio e di allarme.
“Dal 1986 – ha spiegato il Presidente della Primaziale Pierfrancesco Pacini – anno della sua inaugurazione, il Museo dell’Opera del Duomo non ha più subito nel suo impianto originale, sia edilizio che di allestimento, sostanziali modifiche o aggiornamenti che oggi si impongono”.
Per tradurre quest’idea di rinnovamento in realtà l’Opera si è avvalsa di competenze multidisciplinari, nominando una Commissione Artistica composta dai prof. Antonino Caleca, Marco Collareta e Marinella Pasquinucci, a cui si aggiunge la Prof.ssa Gabriella Garzella in rappresentanza della Deputazione, con lo scopo di fornire le consulenze necessarie al gruppo di progettazione interno all’Opera coordinato dall’Ing. Giuseppe Bentivoglio per la parte edile e architettonica, all’Arch.Luigi Cuppellini, per la parte legata al nuovo allestimento, e agli specialisti impiantisti nelle figure dell’Arch. Alessandro Grassia per la parte illuminotecnica, l’ing.Giampiero Mancini per quella elettrica e impianti speciali e l’ing. Giuseppe Littara per la parte termo meccanica.
“Il progetto – prosegue Pacini – è stato pensato per essere realizzato dalle maestranze interne. Ma abbiamo pensato che un elemento esterno specializzato in allestimenti potesse fornirci una marcia in più. Su consiglio di Antonio Paulucci abbiamo dunque voluto con noi l’architetto Cuppellini”.
Il percorso museale
Piano terra – Il percorso si sviluppa attraverso un ingresso che con scala e ascensore darà direttamente accesso a locali ai piani superiori destinati a servizi di accoglienza e ristoro,e a piano terra, al bookshop e all’inizio del percorso Museale dove nella prima sala rimarrà esposta la Porta di Bonanno per accedere successivamente a tutte le altre sale destinate alla scultura.
Per rendere più trasparente il Museo i due grandi portoni su Piazza Arcivescovado saranno “aperti” per consentire anche dall’esterno la visione degli spazi interni.
Piano primo – Le tarsie lignee costituiranno le prime opere visibili all’uscita della scala di servizio per poi accedere alle tre grandi sale tematiche del Crocifisso, del Grifo e della Madonna Eburnea.
Si accederà poi alle sale successive dove la novità più importante rispetto alla situazione attuale è quella del trasferimento in spazi prossimi al Camposanto Monumentale dell’intera collezione delle antichità.
In queste sale saranno nell’ordine esposti i tessuti e i paramenti sacri le preziose opere metalliche e di oreficeria già esposte al piano terra nella cosiddetta “Stanza del Tesoro” ed infine tutte le pergamene degli Exultet ed i Corali miniati.
I tempi
Come è facile immaginare per procedere a un riallestimento di questa portata sarà necessario trasferire tutte le opere presenti negli ambienti. A breve sarà aggiudicata la gara a una ditta specializzata
A settembre dovrebbero invece partire il lavori edili e impiantistici (affidati attraverso una gara) che dureranno circa 18 mesi.
Durante i lavori poi, verranno eseguiti gli accertamenti e i restauri di una parte delle opere da esporre e procedere alla progettazione di ciò che sarà necessario per la loro nuova ricollocazione.
In questi due anni l’Opera penserà anche alla progettazione di spazi espositivi dedicati alle collezioni archeologiche (che verranno scorporate dal Museo dell’Opera, così come parte dei quadroni che verranno ricollocati nel palazzo dell’Arcivescovado), anche in virtù del fatto che la ricollocazione in parete degli affreschi del Camposanto libererà il grande ambiente adiacente al Camposanto che oggi occupano.
“Finalmente – ha commentato il professor Caleca – questo sarà finalmente un ‘museo’. Dove per museo intendiamo quello che nasce intorno a un concetto e mette in atto una narrazione.
Sebbene il Presidente Pacini chiarisca subito che la Deputazione dell’Opera non è propensa a concedere opere in prestito per mostre, nel corso della presentazione del progetto si chiede (il primo a farlo è Mauro Del Corso, presiedente degli Amici dei Musei e dei Monumenti Pisani) se si sia pensato a rendere visibili le collezioni, o parte di esse, in questi due anni di chiusura, in modo da favorirne la conoscenza e la diffusione. L’ipotesi, avanzata dal prof. Collareta, è quella di provare a pensare a mostre che portino fuori da Pisa oggetti (o calchi). Una proposta è quella di costruire in Germania un’esposizione che vede al centro ad esempio la corona di Arrigo VII messa in relazione con libri e apparati presenti in terra tedesca. Una mostra che poi poterebbe essere portata a Pisa. Nel ribadire la sovranità della Deputazione Pacini dice “se verranno presentati progetti in tal senso saranno valutati”. Ma è vero anche, come ricordano Collareta e Caleca che due anni passano veloci, e un progetto di questo genere potrebbe essere non breve da costruire
Il lascito Zucchetti – Oggi conservata al Museo di San Matteo questa collezione è di fatto di proprietà della Primaziale che oggi, avendo nuovi spazi a dispositivi, ne rivendica la “restituzione” nell’ambito di un progetto di pinacoteca di Piazza dei Miracoli che troverebbe posto negli ex uffici dell’Opera, che oggi ospitano la mostra di Mitoraj. In qualche modo però la posizione sembra essersi “ammorbidita”. Dice Pacini: “Abbiamo incontrato alla nuova Soprintendente Paola Arianna David per mettere le basi di una collaborazione. Vedremo se è possibile pensare a prestiti in funzione di mostre”.
Mitoraj – È sempre il Presidente della Primaziale ad annunciare che Igor Mitoraj sarebbe disponibile a cedere una delle sculture oggi in mostra. “Se deciderà di donarcela meglio, se ce la cederà a poco andrà bene lo stesso”