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DiSbieqo Il ragazzo invisibile

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Il Ragazzo invisibile è qualcosa di più di un buon film di fantascienza made in Italy. Salvatores, con grande coraggio, va detto, azzarda tanto: da un lato va a sperimentare su un terreno (quello degli effetti speciali) che non perdona, da l’altro va a indagare, con delicatezza e sensibilità, il mondo adolescenziale.

il-ragazzo-invisibile4Michele è un ragazzino di terza media, vive a Trieste con la madre poliziotto una Valeria Golino un po’ invecchiata ma sempre infinitamente sensuale, emarginato da piccoli bulli di classe, dalle ragazze spietate che si interessano a quelli più grandi e meno sfigati di lui. Come tutti gli adolescenti vive quel momento delicato e traumatico della vita in cui vorresti essere tutto e niente, in cui ti senti una nullità e vorresti urlare al mondo la tua frustrazione, la tua rabbia, la tua sconfinata insoddisfazione.

ragazzo-invisibile-poster-1Sarà un innocuo abito da super eroe comprato in un bazar cinese a dar lui il potere dell’invisibilità? Chi non vorrebbe, a 14 anni, scomparire a proprio piacimento e non essere visto? Il film va a intrecciare due punti di vista diversi: la focalizzazione di Michele, in cui non si vede per l’appunto niente, e la focalizzazione esterna a lui, per permetterci di vederlo mentre si muove “invisibile” nella sua nudità. Ma Michele non sa se davvero non vuole essere visto, a volte a disagio anche nel non esserci, a volte felice di non mostrarsi mentre corteggia la sua ragazzina del cuore.
Salvatores costruisce una graphic novel anche nelle inquadrature, spesso cita e omaggia, definisce in una fotografia niente male e anche il montaggio risulta assai funzionale. Eppure qualcosa un po’ stona, forse Bentivoglio ingessato troppo nella parte schizofrenica dello psicologo/posseduto, oppure la mancanza di un collante generale che amalgami bene le due visioni, oppure, ancora, l’invenzione un po’ forzata a nostro modo di vedere, dell’incidente radioattivo (di Cernobyl?).

Rimane comunque un film da vedere, soprattutto per gli adolescenti, anche se Michele da eroe non riconosciuto rimarrà sempre malinconico e ci farà sentire sulla pelle un tocco della solitudine che spesso vivono i ragazzi.

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Pubblicato il: 31 dicembre 2014

Argomenti: DiSbieqo, Quaderni

Visto da: 1646 persone

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