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Lenticchie Fino a qui tutto bene (l’ho visto e forse è vero)

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Eccheccavolo, scrivo su un giornale della patria del regista e non me lo vedo? Sto finendo l’UniPi e non me lo vedo? Abito a Lucca, il giovedì al cinema ci sta il biglietto ridotto e non me lo vedo?


Finalmente ho visto Fino a qui tutto bene.

Eccheccavolo, scrivo su un giornale della patria del regista e non me lo vedo?
Sto finendo l’UniPi e non me lo vedo?
Sono alle porte di una serie di cambiamenti a catena e non me lo vedo?
Abito a Lucca, il giovedì al cinema ci sta il biglietto ridotto e non me lo vedo?
Dura solo ottanta minuti e non me lo vedo?

Spinta da questi nobili ideali, lo vedo (se ‘un si fosse capito).

Non ho mai recensito un film e probabilmente sto infrangendo tutte le regole dell’obiettività, della cinefilia e del manuale del giovane recensore, ma una cosa la devo dichiarare subito: ammé mèppiaciuto.
Emmèppiaciuto probabilmente per tutti i motivi per cui non avrebbe dovuto piacermi: è esagerato, a tratti istrionico, non sempre approfondito, con personaggi in parte abbozzati, in parte surreali e un finale poco netto.
Insomma, mèppiaciuto perché ci siamo dentro noi.
Non noi universitari che porelli ora finiamo, torniamo a casa e diamo un taglio alle feste in casa e alla grande convivenza felice… anche perché chi l’ha mai fatte le feste in casa e chi ha mai sopportato i propri coinquilini per più di venti giorni di fila?! Noi siamo stati una generazione più PrePost, ovvero ansia pre-esame e sensi di colpa post-shopping (“Oddio certo ‘sti trenta euro potevo risparmiarli per il condominio invece di andarci a cena fuori”, è un classico).

Noi in quanto uscenti.
Noi in quanto border-line delle opportunità.
Noi in quanto alcolizzati per evitare di parlarne, non per festeggiare.

Che io già ci vedo, tutti quanti noi, a cantare Morirò d’incidente stradale dei Gatti Mézzi, a strillare Alfonso di Levante mentre montiamo sul treno, chi si trasferisce, chi continua a pendolare, chi si saluta e chi sfrutta la laurea magistrale sul curriculum per rispondere ad ogni Cercasi cameriere che trova sulle vetrine.
Ci vedo a brindare l’ultima volta con dei gin tonic demmerda, ma non sul terrazzino assolato di una casa con vista sull’Arno, e nemmeno su una barca in mezzo al mare. Più probabilmente distanti, via skype o semplicemente pensandoci.
Ci vedo a saltare nel vuoto tenendoci il cappello sulla testa, che il cappello no, non può volare via, non avessero a pensare che non siamo signorili, tutto sommato.

E ci vedo anche a ricordare gli ettolitri di caffè, i quintali di catrame e nicotina inalati subito dopo e le dissertazioni su quanto dovremmo smettere di fare entrambe le cose, bere caffè e fumare, perché poi è impossibile reggere intestinalmente un’altra mezza giornata di corsi.
Ci vedo a ripensare alle cene, a quelle due-tre cene che siamo riusciti a organizzare e agli infiniti pranzi sui gradini, ché noi siamo gente diurna e sbracata, e la sera se ci vedevamo preferivamo mangiare pizza e guardare un film.
Ci vedo anche lì, seduti in pieno sole o a passeggiare, ci vedo mentre discutiamo di noi, del nostro futuro e delle nostre aspettative.
Ci vedo a contornare tutto questo con stralci di vita fuori da noi, l’amico che parte, il fidanzato che ti molla, l’amica che alle medie non se la filava nessuno e adesso è incinta, le inquietudini in famiglia e i successi degli altri, che per quanto ci soddisfino non ci renderanno mai felici come se fossero successi a uno di noi.

E vedo adesso, a chilometri di distanza, sorridere e appannarsi la vista nello stesso momento, io mentre scrivo e tu mentre leggi, perché sì, fino a qui ci è andato tutto bene, ma tutto sommato fino a qui è andato tutto bene solo perché eravamo noi e non altri.

[A tutti noi, più qualcuno in particolare]

Alessia Terrusi

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Scritto da:

Pubblicato il: 23 maggio 2015

Argomenti: Cultura, Lenticchie, Quaderni

Visto da: 1179 persone

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Una risposta a: Fino a qui tutto bene (l’ho visto e forse è vero)

  1. avatar Francesco scrive:

    Ho visto il film qualche mese fa. Non ho capito il senso ultimo del film: che cosa dovrebbe trasmettere? Ho visto che il film è stato realizzato con il patrocinio (non ricordo se gratuito o meno) della Regione Toscana, e mi sarei aspettato un ritorno per la Toscana, ma nemmeno questo ho visto.
    Non credo che il film sia rappresentativo del popolo dei laureandi, ma mi ha dato da pensare sul futuro della nostra società.

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